Provider italiani contro la proposta anti-pirateria

Assoprovider ha criticato la nuova proposta anti-pirateria dell'AGCOM.

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a cura di Dario D'Elia

I provider criticano aspramente la proposta anti-pirateria dell'AGCOM. Poche ore fa l'associazione di categoria Assoprovider ha pubblicato una nota piuttosto dura nei confronti dello schema di regolamento sulla tutela del diritto d'autore online.

"I provider, senza alcuna distinzione tra le diverse figure già presenti nella normativa, ovvero coloro che danno accesso ad Internet, dovranno rimuovere selettivamente interi siti, link, frammenti di opere digitali, in base ad un Ordine dell'autorità", sostiene Assoprovider.

La Rete

Effettivamente le richieste di rimozione al gestore della pagina Internet (o disabilitazione dell'accesso ai contenuti illeciti) rappresentano uno dei capisaldi del cosiddetto "enforcement". Secondo i provider qualsiasi portale di condivisione in qualità di "hoster attivo" potrebbe essere oggetto di migliaia di richieste massive di rimozione a cui l'intermediario della rete dovrà dare immediato adempimento.

"La Delibera comporterà la necessità per i provider di accesso di dover analizzare tutto il traffico presente sulle reti italiane anche di clienti non propri, e di impedire l'accesso ai cittadini italiani a i siti (blog, forum) presenti all'estero, sulla base anche di una sola richiesta di rimozione, senza che in realtà rilevi lo scopo di lucro", sottolinea l'associazione.

In verità questa preoccupazione è la stessa che sollevarono i colleghi stranieri, con l'introduzione delle procedure di "notice and take down". I provider si spingono oltre e sostengono che la sostituzione delle "pagine incriminate di un sito con una pagina contenente il logo dell'AGCOM" invada la sfera della "libera espressione dei titolari dei siti Internet ed il principio di autodeterminazione di ogni cittadino".

Provider poliziotti?

Comprensibile l'interrogativo formale che si pone Assoprovider in relazione all'obbligo "di consegnare, in 48 ore dalla richiesta, i nomi dei titolari di siti Internet, di blog, di forum" senza che sia stata elevata alcuna contestazione formale - in violazione dei principi di tutela della privacy.

"Se non faranno tutto ciò i provider rischiano una multa sino a 250 mila euro, la denuncia agli organi di polizia giudiziaria (espressamente prevista dalla delibera)", prosegue la nota di Assoprovider. "Tutto ciò non ha nulla a che vedere con la pirateria digitale, da sempre combattuta, silenziosamente e quotidianamente, da tutti i provider italiani, pur nella difficilissima congiuntura economica. Mai, prima d’ora, un'autorità si era spinta a questo punto".

Insomma, il timore dell'associazione è che gli intermediari di rete possano essere trasformati in un organo di polizia giudiziaria senza il coinvolgimento della Magistratura. E su questo ultimo punto effettivamente c'è già stato un pronunciamento della Corte di Giustizia UE che ne ha evidenziato i profili di illegittimità.

La partecipazione di Assoprovider alla consultazione pubblica prevista dall'AGCOM per la proposta anti-pirateria sarà certamente utile. Sia per l'industria TLC che per i consumatori.