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a cura di Elena Re Garbagnati

L'intensità macrosismica: in che serie giochi?

L'intensità macrosismica è una stima degli effetti di un terremoto sulla superficie terrestre. Si misura valutando il grado di danneggiamento subito dalle strutture antropiche e gli effetti sull'ambiente (frane, liquefazioni, tsunami).

La scala comunemente utilizzata in Italia è la scala MCS (Mercalli - Cancani - Sieberg) che, come quasi tutte le altre scale di intensità, è organizzata in 12 categorie (Tabella 1).

Tabella 1 - effetti tipici per ogni grado di intensità secondo la scala MCS. Fonte: Protezione Civile

Grado Scossa Descrizione Serie calcistica
XII Apocalittica Non resiste alcuna opera dell'uomo. Effetti ambientali in aree dell'ordine dei 50000 km2. Serie A
XI Catastrofica Crollo di tutti gli edifici in muratura, ponti e infrastrutture. Effetti ambientali in aree dell'ordine dei 10000 km2. Serie B
X Completamente distruttiva Gravissima distruzione di circa il 75% degli edifici. Fratture nel terreno con apertura decimetrica. Effetti ambientali in aree dell'ordine dei 5000 km2. Lega Pro
IX Distruttiva Circa il 50% delle case in pietra sono seriamente distrutte, molte crollano, la maggior parte diviene inabitabile. Effetti ambientali in aree dell'ordine dei 1000 km2. Serie D
VIII Rovinosa Gravi danni e crolli di edifici. Frane, fessure nel terreno, liquefazioni. Effetti ambientali in aree dell'ordine dei 100 km2. Eccellenza
VII Molto forte Danni modesti a numerosi edifici se solidamente costruiti. Crollo di alcuni edifici. Effetti ambientali in aree dell'ordine dei 10 km2. Promozione
VI Forte Avvertito da tutti con un certo panico, caduta di oggetti anche pesanti. Lievi danni nelle costruzioni. Lievi effetti ambientali in aree di pochi km2. Prima Categoria
V Abbastanza forte Avvertita da molte persone, si svegliano quasi tutti quelli che stanno dormendo. Caduta di oggetti, porte e finestre sbattono Seconda Categoria
IV Moderata Avvertita da molte persone in ambienti chiusi, poche in ambienti aperti. Lievi oscillazioni di oggetti e mobili Terza Categoria
III Leggera Avvertita da poche persone  
II Molto leggera Avvertita da rare persone, in condizioni particolarmente adatte  
I Impercettibile Avvertita solo dai sismografi  

Area di risentimento: in che ruolo giochi?

Il campo macrosismico è una mappa in cui il territorio è suddiviso tramite linee (le isosisme) in zone con uguale intensità macrosismica. Le dimensioni dell'area colpita dipendono primariamente dalla quantità di energia sprigionata (la Magnitudo, che abbiamo trattato in precedenza). Un altro giocatore con un ruolo ben preciso in campo è la profondità dell'ipocentro, cioè del punto in cui avviene la liberazione di energia.

29 maggio

Terremoti molto superficiali interessano zone limitate e giocano nel ruolo di portiere: per tutta la partita li trovi nell'area piccola a difendere la porta. Le zone vulcaniche (Etna, Ischia) giocano in questo ruolo.

Terremoti a profondità un po' più alta (tipicamente 10 km nel caso di Alpi e Appennino) interessano aree più estese e possono essere un difensore centrale o un centravanti all'antica, di quelli che vivono dentro l'area di rigore.

Terremoti molto profondi (> 50 km) avvengono tipicamente nelle zone di subduzione (ad esempio, al largo di Giappone, Messico, Alaska) e vengono risentiti in aree estremamente ampie. Sono come i "tuttocampisti", che nell'arco dei 90 minuti corrono per tutte le zone del campo.

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Figura 1: a) campo macrosismico del terremoto di Ischia del 1883 (modificato da Luongo et al. 2006); b) campo macrosismico del terremoto dell'Irpinia del 1930 (modificato da Porfido et al. 2007); c) campo macrosismico del terremoto di Lisbona del 1755 (modificato da Oliveira 2008); d) mappa di calore di Sergio Romer, portiere dell'Argentina; e) mappa di calore di Garay, difensore argentino; f) mappa di calore di Schweinsteiger, centrocampista della Germania.

La Figura 1 rappresenta i campi macrosismici di tre eventi che hanno avuto la stessa intensità massima (decimo grado), ma aree di risentimento di dimensioni molto diverse (si noti la diversa scala per ogni mappa): Ischia 1883, Irpinia 1930 e Lisbona 1755.  Questi vengono comparati con la mappa di calore di tre giocatori della finale dei Mondiali del 2014 tra Germania e Argentina. Le mappe di calore indicano la posizione dei giocatori in campo nel corso della partita: a colori caldi corrisponde una maggiore presenza in quel punto.

Gli eventi "storici": la giocata memorabile

Alcuni eventi finiscono nella memoria, collettiva o individuale. Sono troppo giovane per aver assistito alla "mano de Dios" di Maradona, ma conosco ogni fotogramma di quell'azione; molti ricordano il rigore sbagliato da Roberto Baggio a USA '94 o quello segnato da Grosso in Germania.

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Tra i terremoti e fenomeni ad essi collegati che hanno rivoluzionato la storia, possiamo citare il sisma e tsunami di Lisbona nel 1755 che fu risentito in buona parte dell'Europa; il terremoto di S. Francisco del 1906, che è alla base del primo modello di ciclo sismico; il terremoto di Landers (USA) del 1992, il primo ad essere osservato da satellite; gli tsunami di Sumatra del 2004 e Tohoku del 2011 che hanno causato centinaia di migliaia di vittime e hanno radicalmente modificato la percezione dell'opinione pubblica e le strategie di mitigazione.

Gli eventi del passato: lo scouting

Studiare le caratteristiche dei sismi avvenuti nel passato permette di comprendere meglio quelli attuali e il processo sismico in generale, così come le variazioni intercorse nella vulnerabilità degli edifici. Questo concetto è ancor più valido se si considera che i tempi di ricorrenza sono lunghi (da decine di anni a millenni) se confrontati con le scale temporali umane e l'intervallo temporale coperto dalla sismologia strumentale è relativamente breve (poco più di un secolo).

Studiare i sismi storici è un po' come fare lo scout, raccogliere informazioni da varie fonti, verificarne la veridicità, andare a vedere i luoghi per documentare le evidenze ancora oggi visibili.

La forma del campo macrosismico: giocatore di fascia o in mezzo al campo?

I giocatori che stanno al centro della difesa, del centrocampo o dell'attacco hanno punti di riferimento diversi rispetto a chi gioca sulla fascia. I giocatori di fascia vanno su e giù per il campo calcando sempre le stesse tracce, i giocatori centrali invece svariano a destra e a sinistra.

Allo stesso modo, alcuni campi macrosismici sono quasi circolari (i giocatori centrali, come Mascherano in Figura 2a) mentre altri sono molto più allungati (i giocatori di fascia, come Zabaleta in Figura 2b). Si confrontino ad esempio le Figure 1a e 1b.

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Figura 2: Mappe di calore dei due giocatori argentini Mascherano e Zabaleta; la diversa posizione in campo si riflette in forme ben distinguibili.

Campi macrosismici complessi: la tattica

Tutte le squadre scendono in campo con 11 giocatori, ma si dispongono in modi molto diversi. La difesa può essere a 3, a 4 o a 5, o con il libero vecchio stile (come al livello in cui giocavo io).

Un campo macrosismico può essere estremamente complesso, con più zone "calde", dove si sono avuti effetti più forti e direzioni preferenziali. Il campo macrosismico del terremoto in Irpinia del 1980 presenta due zone relativamente ristrette con intensità dieci e una distribuzione variegata degli altri gradi (Figura 3a), così come risulta complessa la mappa di calore di 3 centrocampisti tedeschi (Schweinsteiger, Ozil e Kroos) nella vittoriosa finale del Mondiale 2014.

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Figura 3: a) campo macrosismico del terremoto dell'Irpinia del 1980 (modificato da Postpischl et al., 1985); b) mappa di calore di Schweinsteiger, Ozil e Kroos.

Fonte

Riferimenti bibliografici

  • Luongo G. et al. (2006) - Il terremoto di Casamicciola del 1883: una ricostruzione mancata. Napoli 2006, pg. 60.
  • Oliveira C.S. (2008) - Review of the 1755 Lisbon Earthquake Based on Recent Analyses of Historical Observations. In: Historical Seismology. Modern Approaches in Solid Earth Sciences, vol. 2, p 261-300.
  • Porfido S. et al. (2007) - Seismically induced ground effects of the 1805, 1930 and 1980 earthquakes in the Southern Apennines, Italy. Boll.Soc.Geol.It., 126(2), pp. 333-346, 10 figs., 6 tabs.
  • Postpischl D. et al. (1985) - The Irpinia earthquake of November 23, 1980. In: Atlas of isoseismal maps of Italian earthquakes. CNR-PFG, 114 (2A), 152-157.


Maria Francesca Ferrario lavora nel gruppo di ricerca di Geologia Ambientale dell'Università dell'Insubria di Como. Si occupa dello studio dei terremoti attuali e del passato, in particolare dei loro effetti sull'ambiente naturale. Twitta come @GingerFault.