Quel pasticciaccio brutto del Lussemburgo: le carte Amazon

Bruxelles ha svelato la lettera inviata alle autorità fiscali del Lussemburgo che spiega l'indagine sul patto fiscale con Amazon.

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a cura di Dario D'Elia

Oggi la Commissione UE ha pubblicato la lettera che giustifica l'indagine a carico del Lussemburgo per i presunti aiuti di Stato concessi a Amazon sotto forma di privilegi fiscali. Sebbene si tratti ancora di una fase preliminare lo scenario appare piuttosto chiaro e com'è risaputo riguarda anche indirettamente i casi di Fiat Chrysler Automobile (sempre in Lussemburgo), Apple (in Irlanda) e Starbucks (in Olanda).

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La lettera di Almunia

La lettera firmata dall'ex vice presidente Joaquín Almunia e inviata al Granducato conferma l'apertura dell'indagine nello scorso 7 ottobre. Al centro della questione l'accordo fiscale (tax ruling) che dal 2003 consente ad Amazon di beneficiare di operazioni di "transfer pricing" molto vantaggiose fra le sue filiali. In pratica beni o servizi prestati o ricevuti all'interno del gruppo permettono elusione fiscale.

Bruxelles si esprimerà su tutti casi aperti entro giugno ma è chiaro che a pagarne le conseguenze dirette saranno i paesi coinvolti, non le aziende. A meno che non venga richiesto di restituire il capitale eluso, ma anche solo supporlo è prematuro.

Da rilevare che non è finito sotto accusa il cosiddetto "tax ruling" – legale e ampiamente diffuso in più di 20 paesi UE – ma la sua estremizzazione. Anche nella bozza dell'Investment compact del Governo Renzi sono previsti accordi a favore degli investitori stranieri. A chi si impegna per più di 500 milioni di euro in progetti sul suolo italiano sarà consentito di confrontarsi con l'autorità fiscale per stabilire prassi certe e trasparenti.