Raggi laser per eliminare le scorie nucleari: l'ambizioso progetto del premio Nobel Mourou

Il premio Nobel francese per la Fisica, Gerard Mourou, sta lavorando su un'idea rivoluzionaria quanto difficile: utilizzare un raggio laser per bombardare di protoni i nuclei delle scorie radioattive, cambiandone la composizione ed eliminando la radioattività.

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a cura di Alessandro Crea

"L'energia nucleare è forse ancora oggi la miglior soluzione energetica per il futuro, ma non prima di aver risolto i problemi legati alla produzione delle scorie radioattive". A dirlo a Bloomberg è Gerard Mourou, uno dei tre premi Nobel per la Fisica dello scorso anno, da tempo impegnato per l'appunto assieme a un altro fisico a un progetto particolarmente ambizioso, che consentirebbe di eliminare definitivamente il problema della radioattività delle scorie. "L'idea è di eliminare la radioattività dalle scorie tramite un processo di trasmutazione degli atomi, che prevede un cambiamento del nucleo".

La trasmutazione, come la chiamano Mourou e Tajima, si otterrebbe "sparando" un fascio di protoni all'interno di un nucleo tramite un raggio laser ad elevata potenza, per un tempo brevissimo. I protoni andrebbero a unirsi al nucleo, riequilibrando la situazione, visto che sostanzialmente un radionuclide è un nucleo atomico che ha perso la propria stabilità.

L'idea, su cui per altro ci sono studi da ormai tre decenni, è fondata da un punto di vista prettamente teorico, ma presuppone sfide notevoli da superare perché sia poi applicabile nella realtà di tutti i giorni, un aspetto che non ha mancato di sollevare perplessità nel resto del mondo accademico. ‎"La ricerca resta a livello di laboratorio, ma la prospettiva di vedere la trasmutazione utilizzata a livello industriale è complessa e costosa", ha detto ad esempio Emmanuel Touron, che guida la ricerca sulla futura disponibilità di carburanti presso la CEA (Commissariat à l'énergie atomique et aux énergies alternatives) e dello stesso avviso è anche Rodney C. Ewing, docente di sicurezza nucleare e scienze geologiche presso la Stanford University.

Per poter effettuare la trasmutazione, in effetti, bisognerebbe prima realizzare un acceleratore di particelle, anche se più piccolo di quelli attualmente esistenti, perché il raggio laser dovrebbe percorrere distanze 10mila volte inferiori per poter funzionare‎. Immaginate dunque quanta energia servirebbe, i pericoli insiti nel "giocare" con la materia (come accade nel resto nella stessa fissione nucleare), la necessità di "prendere" da qualche altra parte i protoni da inviare nei nuclei, spostando quindi lo squilibrio senza eliminarlo, solo per citare le obiezioni più immediate. Davvero si tratterebbe di una procedura vantaggiosa, ammesso che sia fattibile?

"Penso a ciò che potrebbe comportare tutto il tempo", è la risposta di Mourou, "Non ignoro le difficoltà che questa soluzione implica. Io sogno l'idea, ma bisognerà attendere e vedere cosa accadrà negli anni a venire". In pratica Mourou conta sul progresso scientifico futuro per poter risolvere le principali criticità che rendono la sua idea quasi impraticabile attualmente, infatti avvisa che il suo progetto potrebbe richiedere ancora decenni prima di poter essere messo in pratica. Ma in tutto questo tempo non sarebbe più saggio investire in ricerche che risolvano piuttosto i limiti attuali che frenano la diffusione delle energie rinnovabili?