Raiwatch.it chiuso: un brutto giorno per Brunetta

Raiwatch.it è stato chiuso per ordine del Tribunale di Bologna. Poteva trarre inganno per quel nome: non c'era di mezzo la Rai bensì Renato Brunetta. Era uno strumento politico per mettere in cattiva luce la gestione Rai.

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a cura di Dario D'Elia

Ve lo ricordate Raiwatch.it? Il sito che avrebbe dovuto consentire ai cittadini di monitorare e valutare programmi e telegiornali della Rai in termini di pluralismo? Ebbene, è stato chiuso per ordine del Tribunale di Bologna. Le motivazioni sono molteplici e conducono (quasi) tutte all'operazione politica attuata lo scorso anno dal forzista Renato Brunetta. Che ovviamente non è risultato proprietario del sito, ma il regista occulto, su stessa ammissione dello specialista ravennate che si è occupato del progetto.

Il primo dettaglio è che il sito, che nel tempo si è permesso anche di diffondere gli stipendi di molti conduttori Rai, non aveva nulla a che vedere con la TV di Stato. La gente poteva essere tratta in inganno dal nome, che è un marchio regolarmente registrato come ad esempio RaiWorld e RaiLab. RAI infatti reagì con un ricorso urgente (ex articolo 700 del codice di procedura civile).

Renato Brunetta

Per altro Brunetta ne aveva parlato di fronte ai media e non perdeva occasione per "ricordare" di essere membro del consiglio di vigilanza. Invece Raiwatch.it era semplicemente uno strumento di critica politica che cercava di mettere in cattiva luce la TV di Stato. Il giudice ha puntualizzato che il problema non era il diritto di critica del sito, bensì la sostanza.

Come avevo fatto notare a settembre, sebbene gradevole alla vista, si mostrava come un comune blog con 4 macro aree dedicate ai compensi, fornitori, pluralismo e l'Osservatorio di Pavia. Non mancavano i profili delle trasmissioni, ma per votare (con le stelline) non c'era bisogno di essere inscritti – questa era prevista solo per i commenti.

Raiwatch.it

Raiwatch.it in fin dei conti non diceva quale fosse il parere degli italiani sulla RAI e sui suoi programmi, ma consentiva di comprendere con precisione l'idea di "interazione" e "valutazione" di chi aveva pensato il progetto. Un plebiscito digitale con le stelline.

Oggi possiamo aggiungere che la presunta spending review smutandata di fronte a milioni di italiani serviva probabilmente a colpire la pancia degli italiani. Fazio guadagna troppo? Chi può dirlo. La priorità è che tornino i conti della Rai non lo stipendio di Fazio.