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a cura di Vittorio Pipia

DJI Ronin S

 

DJI Ronin S è uno stabilizzatore dalle grandi potenzialità, in grado di soddisfare professionisti e neofiti, con un'ottima qualità costruttiva e un funzionamento ineccepibile.

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CONTRO: Batteria non ricaricabile separatamente, il modulo per il controllo del fuoco non è ancora compatibile con tutte le fotocamere.

VERDETTO: DJI con il Ronin S ha realizzato un prodotto facile da usare, ma al contempo con tutto ciò che un professionista potrebbe desiderare. I videomaker che usano la loro reflex o mirrorless, troveranno in questo dispositivo un valido compagno per i loro lavori, sia in ambito foto che video.

I gimbal o stabilizzatori, sono prodotti molto utili in ambito video, in quanto aiutano a stabilizzare le riprese fatte manualmente, ottenendo così filmati fluidi e senza tremolii.

Il DJI Ronin S è il gimbal dell'azienda cinese dedicato agli utilizzatori di fotocamere reflexmirrorless e, nonostante sia arrivato tardi rispetto all'agguerrita concorrenza di Zhiyun o Feiyu-Tech, propone alcune caratteristiche uniche, oltre ad un prezzo concorrenziale di 749 euro.

Confezione e materiali

Come nei suoi droni, anche in questo caso DJI ha reso la confezione una pratica custodia per il trasporto. Lo stabilizzatore è custodito infatti in un involucro di polistirolo compresso, di colore grigio, con chiusura di sicurezza, all'interno del quale degli appositi incavi trattengono i vari elementi del Ronin S.

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È costituito essenzialmente da tre componenti. La base, che funziona anche da piccolo treppiede ripiegabile e che permette di appoggiare il gimbal a terra quando non in uso o, se ripiegato, di avere un ulteriore supporto. La batteria, sagomata per favorire l'impugnatura: nella parte inferiore sono collocati due fori per viti da 3/8 e 1/4 di pollice, il pulsante di attivazione della batteria e quattro LED che indicano l'autonomia residua; nella parte superiore ci sono invece i sei pin di alimentazione e la slitta che permette l'aggancio al gruppo motori.

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Infine, lo stabilizzatore vero e proprio, con i tre giunti cardanici e l'unità di controllo, comprensiva di joystick e pulsanti di registrazione. Non manca poi la piastra da montare sulla propria fotocamera, compatibile con le teste video Manfrotto, e una pochette, che contiene vari accessori modulari oltre che tutta la cavetteria che consente di sfruttare al cento percento le potenzialità di questo prodotto.

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Setup di test con DJI Ronin S, Sony A7 III e Canon 16-35 f2.8 III USM

La costruzione è eccellente con un assemblaggio molto solido e il peso senza fotocamera è di 1kg. Tuttavia l'alluminio tende a graffiarsi facilmente, soprattutto sugli spigoli, per cui raccomandiamo una certa cura durante l'utilizzo.

Pulsanti e connettività

Il centro di controllo è dotato del pulsante multifunzione, che permette di scegliere una delle tre modalità integrate nel gimbal, di un pulsante di registrazione - che funziona però solo con alcuni modelli di fotocamere e per cui sarà necessario usare l'apposito cavo di collegamento, incluso nella confezione; consigliamo prima dell'acquisto di verificare la compatibilità con la vostra fotocamera tramite l'elenco sul sito ufficiale - e di un joystick, fluido nel movimento e facilmente gestibile con il pollice.

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Nella parte frontale c'è un ulteriore pulsante, dove andremo a posizionare l'indice in maniera naturale, quando impugneremo il gimbal. Tramite una singola pressione, esso permette di posizionare il gimbal in posizione neutra, mentre con un doppio o triplo click, potremo effettuare una rotazione di 180 gradi sull'asse verticale. Tenendolo premuto invece bloccheremo tutti gli assi di movimento, e vincoleremo dunque la videocamera nell'inquadratura frontale; ciò permette di effettuare vari effetti creativi e movimenti di macchina altrimenti impossibili.

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Subito sopra uno sportellino in silicone protegge la USB C per la ricarica. La scelta di posizionare tale porta sul motore, e non sulla batteria, può essere un punto a sfavore. Infatti, nonostante l'ottima durata della batteria, per ricaricarla saremo obbligati a lasciare lo stabilizzatore montato, e al momento non è previsto un modulo di ricarica esterno. Oltre allo svantaggio derivante dall'ingombro, ciò non permette di usare una batteria mentre una seconda è in carica, e in campo professionale ciò potrebbe essere un grande compromesso.

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Lateralmente è collocata la leva per l'aggancio e sgancio rapido del modulo batteria, e subito sopra l'attacco per collegare il modulo follow focus, ovvero la ghiera per il controllo del fuoco manuale. Per poterlo usare, anche in questo caso andrà verificata la compatibilità con fotocamera e soprattutto obiettivo (non è possibile usare tale modulo con fotocamere Sony usate durante i nostri test).

Nella parte inferiore del supporto per la fotocamera, due uscite a 12V/2A possono essere utilizzate per alimentare accessori di terze parti, come monitor esterni o luci LED. È inoltre dotato di Bluetooth 4.0, che ne permette l'utilizzo tramite l'applicazione.

Montaggio e calibrazione

Il DJI Ronin S è in grado di supportare un peso massimo di 3,6 kg, un carico che permette dunque di poter montare una grande varietà di fotocamere e obiettivi, inclusi cineprese professionali come per esempio una Canon C200 o addirittura una RED; ma nasce principalmente per le mirrorless e reflex. I nostri test sono stati effettuati con una Sony A6500, con un cage in alluminio, accoppiata ad un obiettivo Sigma 16mm f1.4, ma abbiamo anche provato con Sony A7 III con adattatore Sigma MC-11 e obiettivo Canon 16-35 f2.8 III USM, una combinazione che si avvicina ai 2 kg di peso e con un notevole ingombro.

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Fissare la fotocamera sul gimbal è un'operazione piuttosto semplice grazie allo sgancio rapido, mentre la calibrazione è un'operazione più delicata. È necessario eseguirla non solo la prima volta, ma ogni qualvolta cambiamo combinazione di camera e obiettivo, in quanto il bilanciamento dei pesi può cambiare in maniera significativa.

Per prima cosa sarà necessario far sì che la fotocamera rimanga stabile sul piano orizzontale; per farlo sarà necessario scorrere la piastra anteriormente o posteriormente fino a trovare il punto di bilanciamento. A tal proposito torna molto utile il millimetraggio inciso sia sulla piastra che su tutti i bracci. Fatto ciò, dovremo ruotare la fotocamera sull'asse orizzontale, in modo che l'obiettivo sia rivolto verso l'alto: anche in questo caso dovremo far sì che la fotocamera resti in questa posizione, agendo sul braccio a L in cui è fissato il supporto per la fotocamera. Dopodichè sarà necessario regolare il braccio inclinato di 45°, e infine il braccio orizzontale direttamente collegato all'unità centrale.

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La calibrazione sarà perfetta quando, muovendo la fotocamera in una qualsiasi posizione, questa rimarrà nella posizione data. Fatto questo potremo accendere il gimbal e iniziare a utilizzarlo.

Applicazione

Per sfruttare al massimo le potenzialità di questo gimbal, DJI mette a disposione l'applicazione Ronin, disponibile sia per dispositivi iOS che Android, tramite la quale potremmo non solo calibrare finemente lo stabilizzatore per cucirne il comportamento in base alle nostre esigenze, ma eseguirne il controllo remoto o sfruttare alcune funzionalità speciali.

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L'applicazione è molto semplice e intuitiva, non ha subito crash e si comporta sempre in maniera fulminea. Per utilizzarla sarà prima di tutto necessario effettuare il collegamento con il Ronin S, dopodichè avremo accesso a quattro menù. Configurazione, permette di regolare i parametri del motore, lo Smooth Track (per tutti gli assi), il controllo remoto e gestire le impostazioni.

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Potremo anche effettuare un test sulla calibratura per essere certi di aver fatto un buon lavoro o meno e, in tal caso, eseguire le dovute correzioni. Il più interessante è il menù "Create" che permette di programmare dei movimenti di macchina da remoto, utili in vari ambiti. Si può infatti impostare un motion-lapse, sfruttare la modalità panorama, realizzare una transizione per un timelapse o impostare il tracciamento di un oggetto. La cosa sorprendente è la facilità con la quale anche un neofita può utilizzare tali comandi e in generale l'intuitività degli stessi.

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DJI ha fatto in tal senso un ottimo lavoro, riuscendo a rendere un dispositivo professionale e assolutamente non facile da gestire, alla portata di tutti.

Gli ultimi due menù permettono di controllare le statistiche di utilizzo e le informazioni, con la possibilità anche di aggiornare il firmware del Ronin S.

Utilizzo

Per attivare il Ronin S dovremo prima di tutto accendere la batteria tramite l'apposito pulsante, dopodichè tenere premuto il pulsante di accensione. È una misura di sicurezza in modo da evitare accensioni involontarie che possano dunque attivare i motori, danneggiandoli.

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Nel caso di obiettivi piuttosto grandi e dunque pesanti, si potrà usare il supporto a Y incluso nella confezione per poter avere maggiore sicurezza e stabilità, soprattutto in movimenti di macchina complessi.

Fatto ciò potremo iniziare a usare il Gimbal. Le impressioni d'uso sono ottime: lo stabilizzatore si comporta sempre bene, anche sollecitandolo particolarmente, saltando, o correndo, i motori agiscono sempre in maniera efficace, smorzando il movimento. Le tre modalità, personalizzabili tramite il software, permettono di bloccare uno o più gradi di rotazione, in modo da far rispondere lo stabilizzatore a seconda delle richieste di chi lo usa.

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Una cosa che abbiamo particolarmente apprezzato è l'orientamento del braccio posteriore a 45 gradi. Sebbene possa sembrare una banalità, soprattutto con fotocamere come le Sony, che non hanno il display completamente orientabile, ciò permette di poter sempre controllare lo schermo, per poter tenere sotto controllo l'inquadratura anche durante l'utilizzo.

Altra funzionalità che torna utile è la possibilità di poter ribaltare il gimbal in modo da poter effettuare le riprese dal basso. Per farlo sarà necessario effettuare una doppia pressione sul tasto di accensione, in modo da mettere in pausa i motori, posizionare lo stabilizzatore sotto sopra, e ruotare dunque l'asse di rotazione; dopodichè bisognerà riattivare i motori. Anche in questo caso il Ronin S si comporta egregiamente.

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In generale, dopo un periodo di familiarizzazione, si entra subito in confidenza con le varie funzionalità e la curva di apprendimento è molto graduale, consentendo sia ai neofiti che ai professionisti, di avere un setup comunque portatile, per la realizzazione di corti, video promozionali e tanto altro.

Sebbene il carico massimo sia elevato, è bene fare attenzione anche al carico minimo. Abbiamo infatti provato a usare il gimbal con una Canon M50 con obiettivo 15-45 f3.5-6.3, un kit dal peso di 387 grammi. In tal caso non siamo riusciti a trovare un bilanciamento corretto, segno che il gimbal non è in grado di lavorare con pesi leggeri, tipicamente delle mirrorless entry-level o delle compatte.

Altro punto a favore è la silenziosità delle operazioni. I motori non producono rumori o sibili e ciò permette di poter lasciare installato un eventuale microfono shotgun sulla fotocamera, o sul gimbal tramite un supporto esterno, per poter catturare l'audio senza problemi.

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L'unico vero limite è rappresentato dal peso totale. Chi lo usa sia consapevole che avrà a che fare con un setup che, fotocamera compresa, sarà nell'ordine dei 2,5 kg, dunque piuttosto pesante, e che il peso graverà totalmente sulle braccia.

Il design modulare permette al Ronin S di essere compatibile con tanti altri accessori PRO di DJI, per cui tutti i professionisti che già usano altri stabilizzatori video dell'azienda cinese.

Autonomia

La batteria, purtroppo integrata, è ai polimeri di litio con capacità di 2400 mAh. Per caricarla saranno necessarie circa due ore, utilizzando il caricatore rapido integrato. Il consumo è graduale e l'autonomia dichiarata è di circa 12 ore. Per tutto il periodo della prova, usandolo per circa un'ora al giorno, per una settimana, non abbiamo avuto necessità di doverlo ricaricare.

Verdetto

DJI Ronin S è senza dubbio uno tra i migliori stabilizzatori per mirrorless e reflex mai provati. Non solo un'ottima cura, ma una grande attenzione da parte di DJI per l'utente finale. Sebbene sia un prodotto di fascia professionale, permette un utilizzo graduale e semplice anche a chi si ritrova per la prima volta ad avere a che fare con un prodotto di questo tipo.

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Sicuramente un prodotto non per tutti, ma se siete nel mercato per l'acquisto di uno stabilizzatore per la vostra fotocamera, non facciamo fatica a consigliarvi questo. L'unico limite potrebbe essere rappresentato dall'incompatibilità del follow focus e di altre funzionalità con alcuni modelli di fotocamere, come le Sony, ma DJI ha dichiarato che è in contatto con le varie case per portare al più presto aggiornamenti in tal senso.

È infatti opportuno precisare che la compatibilità non dipende da DJI ma che sta al produttore della macchina fotografica rendere disponibili le API o il codice necessario per la compatibilità con il Ronin S.

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Insomma, per semplicità d'uso, qualità ed efficacia dell'utilizzo, uniti ad un prezzo di 749 euro in prenotazione, comunque basso per quanto offerto, conferiamo al DJI Ronin S il nostro Award, che lo identifica come uno tra i prodotti migliori del 2018.


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