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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Per focalizzarsi unicamente sul più lucroso mercato enterprise, Red Hat si appresta a lasciar perdere le distribuzioni di Red Hat Linux, e arriva a consigliare Windows per i desktop. Ma la reazione all'annuncio è tutt'altro che positiva

Negli scorsi giorni l'azienda dal cappello rosso ha notificato ai propri utenti registrati le date in cui cesserà il supporto e l'aggiornamento di Red Hat Linux, precisando inoltre che non verranno rilasciate nuove versioni del prodotto.

La manutenzione e la correzione della famiglia di sistemi operativi Red Hat Linux verrà interrotta a partire dal 31 dicembre 2003 per le versioni 7.x e 8.0 e a partire dal 30 aprile 2004 per la versione 9. In questo arco di tempo le versioni gratuite di queste distribuzioni rimarranno disponibili per il download, mentre le versioni a pagamento - le stesse che Red Hat vende su CD ad un prezzo compreso fra i 40 e i 150 dollari - verranno progressivamente ritirate dal mercato.

L'obiettivo di Red Hat è quello di focalizzare ogni suo sforzo nello sviluppo e nel supporto della propria linea di soluzioni enterprise, la stessa che di recente ha visto l'arrivo di Red Hat Enterprise Linux 3. È questa la piattaforma verso cui Red Hat spera ora di spingere buona parte di quegli utenti business che oggi utilizzano una qualche versione della propria distribuzione mainstream. Per facilitare la migrazione dei propri utenti la società ha creato il Red Hat Linux Migration Resource Center e ha lanciato una promozione, valida fino alla fine di febbraio, che prevede lo sconto del 50% sull'acquisto di Red Hat Enterprise Linux WS o ES Basic.

La ritirata di Red Hat dal mercato di massa potrebbe lasciare campo libero a Novell, un colosso che grazie all'acquisizione di Ximian e a quella, imminente, di SuSE, sembra avere risorse sufficienti per riproporre l'assalto a Windows anche nel settore consumer.