Refresh rate delle TV, facciamo i conti in tasca ai produttori

Il reale refresh rate mai visto su un pannello LCD è 240 Hz. Come nascono allora numeri come 480 e 960? I produttori stanno cercando di prenderci in giro? Facciamo il punto.

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a cura di Alberto De Bernardi

È noto che, per ridurre il cosiddetto "motion blur", l'effetto scia, i produttori di TV LCD hanno sviluppato modelli con frame-rate superiore ai classici 60 Hz. In questi modelli, usando la cosiddetta tecnica del "frame insertion", il televisore costruisce almeno un fotogramma aggiuntivo da interporre tra due fotogrammi "reali" del filmato originale, raggiungendo per questo un refresh rate di 120 Hz, o persino di 240 Hz. Il meccanismo è efficace e tutti siamo - giustamente - abituati a fare 2 associazioni mentali: maggiore refresh rate è pari a minore motion blur, e il numero "120" o "240" sulla confezione della TV equivale al refresh rate.

In realtà, i produttori di TV possono utilizzare un'altra tecnica per ridurre la percezione del motion blur, detta "scanning backlight" o "black frame insertion". Questa tecnica non altera il refresh rate, ma, nella versione più semplice, spegne la retroilluminazione in modo da ottenere vantaggi simili a quelli del frame insertion.

Il problema è che i produttori non distinguono tra "vero" refresh rate e tecniche alternative di riduzione dell'effetto scia, dando agli utenti informazioni ambigue: ad esempio, un "240 SPS" potrebbe avere un refresh reale di 120 Hz e usare la tecnica del black frame insertion per ottenere un "refresh rate equivalente" di 240 Hz. 

Naturalmente, le due cose non si equivalgono davvero, ma ormai è prassi comune usare questa sorta di "model number" per indicare, in modo approssimativo e spesso influenzato da auto-promozione commerciale, le prestazioni del pannello. Vediamo, nello specifico, come si comportano i produttori principali:

Sony

Sony usare il termine Motionflow XR seguito da 240, 480 o 960, secondo il modello. Il numero dipende da 3 funzioni: frame insertion, LED backlighting blinking, tecnica analoga al black frame, e infine riduzione dell'effetto scia tramite elaborazione del segnale. Così, ad esempio, un pannello da 240 Hz reali con LED backlighting blinking ed elaborazione del segnale potrebbe essere siglato "960".

Sony ha, tra l'altro, iniziato a non indicare più il reale refresh rate dei suoi modelli. Ad esempio, il modello KDL55EX640 viene indicato come Motionflow XR240. Si tratta in effetti di un pannello da 60 Hz con backlight blinking ed elaborazione del segnale, oppure di un 120 Hz con solo il backlight blinking? La risposta esatta, per la cronaca, è la seconda, ma l'utente al centro commerciale non ha modo di saperlo.

Samsung

Samsung usa il termina "Clear Motion Rate" (CMR) seguito da 120, 240, 480, 840 or 960. Esiste un white paper che spiega a grandi linee l'origine del numero, ma in modo non sufficientemente dettagliato da permettere ad altri di replicare il test. Un esempio di prodotto Samsung è l'UN46EH6050, classificato "Clear Motion Rate 120" quando il vero refresh rate è 60 Hz.

Sharp

Sharp usa il termine AquoMotion, ad esempio 240. É esattamente il doppio del refresh rate reale: AquoMotion 240 LED significa refresh rate di 120 Hz.

LG

Secondo il sito LG, i termini TruMotion 120 Hz e 240 Hz indicano l'effettivo refresh rate. Sono però attesi modelli con indicazione "480 Hz", e difficilmente quella potrà essere la reale frequenza di refresh.

Panasonic

Panasonic indica il refresh rate effettivo sui pannelli da 240 Hz, e inoltre aggiunge una figura di merito legata al backlight scanning, ad esempio 1920. I modelli di fascia bassa vedono ancora indicato il refresh rate effettivo, senza però indicare che si tratta di Hz: "60 backlight scanning"; piuttosto onesto. La fascia intermedia invece utilizza nomenclatura più confusa: "360 backlight scanning" significa, ad esempio, 120 Hz con backlight scanning a tre passate. 

Morale della favola: se il numero sulla confezione è preceduto o si trova nei pressi di termini come SPS, Scenes Per Second, AquoMotion, Motionflow XR, Clear Motion Rate, o CMR, non si tratta del vero refresh rate. Che, lo ricordiamo, deve essere espresso in Hertz.