Registro italiano in Internet, la truffa tedesca

È ancora sotto indagine DAD, società tedesca che sollecita pagamenti non dovuti a molte piccole e medie imprese.

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a cura di Pino Bruno

La società tedesca DAD è finita di nuovo nel mirino dell'Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, per il suo poco trasparente "Registro italiano in Internet per le imprese". l'Antitrust ha avviato un nuovo procedimento istruttorio per pubblicità ingannevole e comparativa, pratiche commerciali scorrette e clausole vessatorie.

Cosa fa e continua a fare la DAD da molti anni, infischiandosene delle sanzioni già comminate? Chiede di farsi pagare per la registrazione in un fantomatico "Registro italiano in Internet", che ovviamente nulla ha a che fare con la Registration authority italiana (Nic) - organismo ufficiale responsabile dell'assegnazione dei nomi a dominio

Scrive l'Antitrust nel bollettino settimanale pubblicato oggi che la DAD "fornisce un servizio non liberamente richiesto dalle microimprese destinatarie della pratica commerciale, consistente nell'apposizione di un annuncio pubblicitario sull'annuario telematico presente sul sito internet all'indirizzo www.registro-italiano-in-internet.com. Le microimprese vengono a conoscenza dell'esistenza del vincolo contrattuale solo a seguito dell'invio della fattura di pagamento della prima quota annuale, alla quale segue, in caso di mancata risposta o contestazione, l'invio di ripetuti solleciti ed intimazioni, accompagnati dalla minaccia di intraprendere nei loro confronti azioni legali di recupero credito".

DAD, inoltre – sottolinea l'Antitrust - ostacola di fatto l'esercizio del diritto di recesso dal servizio in abbonamento chiarendo la natura onerosa del servizio solo ad avvenuta scadenza del termine contrattuale previsto.

La Deutscher Adressdienst GmbH ha sede legale ad Amburgo in Germania, mentre l'azienda Cross Border Recovery s.r.o., con sede legale a Praga, è la società di recupero crediti internazionali che agisce per conto di DAD al fine di riscuotere i presunti crediti che quest'ultima vanta nei confronti delle microimprese italiane.

Sono centinaia, forse migliaia le piccole e medie aziende italiane incappate nella trappola ceco-tedesca. Sull'attività scorretta di DAD & soci ha indagato anche la Procura della Repubblica di Roma, ma pare proprio che agli imprenditori italiani continuino ad arrivare solleciti e minacce di recupero crediti.

Come difendersi? Innanzitutto non pagare e poi, come ha consigliato l'Antitrust già nel 2008, "i destinatari delle richieste di pagamento possono presentare formale querela alle Autorità giudiziarie competenti". E ricordare che "la comunicazione ingannevole può rappresentare motivo di invalidità del contratto." Quindi se avete ricevuto lettere della DAD, andate a fare denuncia ai Carabinieri