Registro italiano in Internet, truffa smascherata

Il finto Registro italiano in Internet cerca ancora una volte di truffare gli utenti proprietari di siti internet indicizzati

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a cura di Pino Bruno

Registro italiano in Internet per le imprese, truffaldino spin-off della tedesca DAD (Deutscher Adressdienst GmbH), ha colpito ancora. A distanza di tre anni dal primo tentativo di truffa ai danni degli utenti italiani, gli spavaldi Amburghesi hanno di nuovo spedito centinaia – forse migliaia – di lettere a utenti e imprenditori proprietari di siti internet indicizzati. In queste missive viene richiesto un pagamento di 958 euro per la registrazione in un fantomatico "Registro italiano in Internet", che ovviamente nulla ha a che fare con la Registration authority italiana (Nic) - organismo ufficiale responsabile dell'assegnazione dei nomi a dominio. Il finto contratto è ben redatto e sembra prevedere anche un rinnovo automatico per tre anni, "se non ha luogo una disdetta per iscritto almeno tre mesi prima della sua scadenza".

L’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM) ha già sanzionato sette volte la DAD: quattro per per ingannevolezza e tre per inosservanza. Pare purtroppo che non sia servito a nulla, poiché in questi giorni anche noi di Tom's Hardware abbiamo ricevuto la "letterina", completa dei nostri dati.

"Su questa vicenda, proprio per iniziativa dell’Antitrust, è in corso una inchiesta della Procura della Repubblica di Roma", ha sottolineato Pino Bruno, giornalista RAI, sul suo blog. Come sottolinea Bruno "i titolari del DAD giocano proprio sulla confusione. Uno pensa che si tratti del Registro Internet che fa capo al CNR e invece sono venditori di pacchi napoletani".

Ecco, veri e propri pacchi alla napoletana che l'Antitrust ha già ampiamente smascherato. Nell'ultimo provvedimento (18344) riguardante DAD, datato 30 aprile 2008, la sua attività è stata definita pubblicità ingannevole. Per questo motivo oltre al divieto di ulteriore diffusione è stata comminata una sanzione complessiva di 39.100 euro, di cui 20mila di recidiva.

"In una nota dell’agosto 2008, L’Antitrust ricorda che i destinatari delle richieste di pagamento possono presentare formale querela alle Autorità giudiziarie competenti e che la comunicazione ingannevole può rappresentare motivo di invalidità del contratto.", ricorda Pino Bruno. Quindi se avete ricevuto queste lettere avete il diritto di denunciarne il tentativo di truffa presso i Carabinieri.

Qui tutti i provvedimenti dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato deliberati contro Deutscher Adressdienst GmbH: 16766, 18344, 16501, 13502.

Un ringraziamento a Pino Bruno per la collaborazione