Renzi dice no alla Web Tax: il tema è europeo

Matteo Renzi ha bocciato la proposta di Web Tax perché "rischiamo di dare l'immagine di un paese che rifiuta l'innovazione". La questione andrebbe affrontata in sede europea. Intanto il Consiglio dei Ministri ha firmato anche un disegno di legge che colpirebbe gli aggregatori di notizie come Google, e non solo.

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a cura di Dario D'Elia

"Siamo passati dalla nuvola digitale alla nuvola nera di Fantozzi". Questo il commento ironico di Matteo Renzi sulla questione Web Tax. Ieri durante l'assemblea del PD, il neo segretario ha tenuto un lungo discorso e non si è lasciato scappare l'occasione per due battute sulla tassa che vuole colpire i colossi del Web operanti in Italia.

I temi "della Web Tax vanno posti in Europa" altrimenti "rischiamo di dare l'immagine di un paese che rifiuta l'innovazione". Renzi ha manifestato le stesse perplessità di molti addetti ai lavori. Per altro obbligare le aziende straniere a operare con partita IVA italiana, il cuore dell'emendamento di Fanucci (PD) alla Legge di Stabilità, probabilmente è in contrasto con la normativa UE sul libero mercato"Il principio sulla libera circolazione di beni, servizi, capitali e persone è scritto nel Trattato di Roma. Ma all’epoca Internet non esisteva", risponde Francesco Boccia (PD), uno dei più forte sostenitori della Web Tax.

"Dalla nuvola digitale alla nuvola nera di Fantozzi"

"Allontana gli investitori stranieri dall'Italia perché così si cambiano le regole solo da noi", ha dichiarato a Adnkronos il presidente di Confindustria digitale, Stefano Parisi. "È incredibile che l'emendamento alla legge di Stabilità sia stato approvato dalla Commissione Bilancio della Camera perché c'è un evidente lesione del quadro comunitario. Sappiamo che anche il Tesoro ha dato parere contrario".

Il problema infatti è che la norma impone dal 2015 che l'aliquota IVA venga pagata nel paese di destinazione, quando in Europa oggi avviene esattamente il contrario – il pagamento si fa in quello di residenza dell'impresa. Per Parisi "si doveva favorire sul piano fiscale le piattaforme europee, non penalizzare quelle USA".

Sulla stessa linea l'American Chamber of Commerce in Italy. "Gli ispiratori della Web Tax dovrebbero riflettere sul danno d'immagine per l'Italia provocato da questo provvedimento agli occhi della comunità internazionale", ha dichiarato il consigliere delegato Simone Crolla. "L'ennesima dimostrazione di autoreferenzialità ed arroccamento del ceto politico italiano, che non consente l'apertura di un serio ed approfondito dialogo su questa materia, delicata e strategica per il futuro".

Arriverà davvero la Web Tax?

Il cammino dell'emendamento, approvato dalla Commissione Bilancio, a questo punto pare compromesso. Dopodiché se da una parte è vero che l'elusione fiscale dei colossi USA è un problema reale, dall'altra bisogna riconoscere che a Bruxelles c'è una task force che si sta occupando del tema. Perché non attendere il risultato dell'indagine, quando a tutti è chiaro che l'Europa deve muoversi unita sull'argomento? Chissà.

Ma c'è un'altra novità nel disegno di legge legato alla Legge di Stabilità che fa tremare la Rete. Si tratta dell'obbligo per tutti i siti Web (aggregatori su tutti) di pagare i contenuti informativi contrassegnati dalla dicitura "diritti riservati". In pratica Google, YouTube, blog e ogni sito che fa informazione pubblicando estratti di notizie o video altrui dovranno accordarsi (economicamente) con i rispettivi detentori dei diritti di copyright.

È una rivoluzione perché fino ad oggi il diritto di cronaca ha sempre consentito libertà di citazione. In casi estremi le vertenze sono finite in tribunale, ma normalmente c'è sempre stata grande tolleranza. Di fatto il Governo Letta sembra voler affrontare a muso duro il problema, che ad esempio in Francia e Germania è stato risolto coinvolgendo direttamente Google.

Che sia la fine di Google News? No, più probabile che sia la fine di chi ne rimarrà fuori.

In ogni caso si parla di un disegno di legge e quindi il Parlamento sarà chiamato a esprimersi al riguardo. Probabile il "no" considerata la dura presa di posizione di Renzi.