Renzi, Padoan e Telecom: d'accordo a parlare di scorporo

Matteo Renzi si dice pronto a ragionare sullo scorporo della rete Telecom. Il presidente Arnaud de Puyfontaine non si tira indietro. Pier Carlo Padoan dice che dove è possibile va applicato.

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a cura di Dario D'Elia

Lo scorporo della Rete Telecom "è un'idea che hanno in tanti da tempo, non si è potuta realizzare, è una delle strade su cui si può ragionare e discutere", ha dichiarato stamani il segretario del PD Matteo Renzi a Radio Anch'io.Ormai è certo che il tema della separazione della rete Telecom dai servizi è sul tavolo della politica, non si tratta più di un chiacchiericcio sui massimi sistemi.

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Persino il Ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ieri nell'intervista a Skytg24, ha dichiarato che "lo scorporo della rete dalla fornitura dei servizi è un discorso molto generale e noto: è una configurazione che aumenta l'efficienza e la competizione, va applicato dove possibile".

Il piano che circola nel piani alti prevedrebbe teoricamente il conferimento della rete in una newco partecipata da Cassa Depositi e Prestiti, Open Fiber e in prospettiva futura altri finanziatori. Il nodo al solito è quello della valutazione dell'asset, che secondo le ultime stime dell'analista Maurizio Matteo Decina potrebbe aggirarsi tra i 10 e i 15 miliardi di euro.

Il neo presidente di Telecom Italia, Arnaud de Puyfontaine, pochi giorni fa sul tema della proprietà della rete ha confermato che se ne può parlare. "Si tratta di un interrogativo interessante" e di "un dibattito strategico che deve essere affrontato prima di tutto in consiglio di amministrazione", ha dichiarato. "Al momento non c'è nulla da aggiungere ma sono sicuro sarà discusso in futuro".

E su una joint venture per la rete fissa con Open Fiber? "Non ci sono pregiudizi", ha concluso il presidente. Insomma, porte aperte al confronto. Ed è lo stesso Renzi a riconoscere che sarà un tema elettorale. "La scommessa è un grande progetto industriale per il nostro paese per i prossimi 10 anni", ha sottolineato l'ex premier. "Quali sono i punti su cui vogliamo investire? Abbiamo davanti sei mesi di campagna elettorale, discutiamo di un grande piano industriale per il paese".