Rescissione contratto dal provider, troppo cara

Secondo l'Associazione Altroconsumo gli operatori TLC starebbero continuando ad applicare penali alle recessioni dei contratti. Spese che raggiungono i 100 euro non possono essere giustificate. L'obbligo all'acquisto dei modem è una violazione.

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a cura di Dario D'Elia

I costi di recesso applicati dagli operatori telefonici e dai provider violano la norma Bersani sulla concorrenza. Ne sono convinti i consulenti legali dell'Associazione Altroconsumo che ha deciso di diffidare formalmente Fastweb, Telecom, TeleTu, Tiscali, Vodafone e Wind Infostrada.

Condannati all'acquisto di modem

"Dall'analisi delle clausole dei contratti emergono condizioni dal contenuto vessatorio nei confronti del consumatore, chiamati contributi di disattivazione o costi aggiuntivi per il noleggio di apparecchi forniti (modem, decoder) che possono far arrivare la chiusura del contratto a spese ben oltre i 100 euro", sostiene Altronconsumo.

Da rilevare anche la cosiddetta pratica "dell'acquisto coatto". In pratica nel caso in cui si proceda a disdetta entro il primo o i primi due anni di contratto "il consumatore è obbligato non a restituire gli strumenti noleggiati ma ad acquistarli a cifre già stabilite". 

Per l'associazione dei consumatori si tratterebbe di una vera e propria penale mascherata da rimborso. "La diffida ai sei operatori è stata formulata secondo l'art. 140 del Codice del Consumo. Se le condizioni contrattuali non saranno riviste e modificate, e se gli operatori non cesseranno di esigere la loro applicazione da chi ha già un contratto, Altroconsumo passerà alle sedi giudiziarie per vedere rispettati i diritti degli utenti", conclude il comunicato dell'Associazione.