Rincaro equo compenso congelato: doccia fredda per SIAE

Il Ministro dei Beni culturali ha deciso di approfondire la questione dell'equo compenso. Passo indietro rispetto ai rincari prospettati a dicembre. Adesso è il momento dello studio dei comportamenti degli italiani.

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a cura di Dario D'Elia

Il Ministro dei Beni culturali, Massimo Bray, ha congelato l'aumento dell'equo compenso. Venerdì, durante l'audizione con i rappresentanti delle maggiori associazioni di categoria (consumatori, industria, produttori, et.), ha annunciato l'avvio di un approfondito studio sull'uso dei dispositivi elettronici che vengono usati per effettuare copie digitali. Insomma, l'obiettivo è cercare di capire se le tariffe suggerite da SIAE a dicembre siano congrue con la realtà italiana.

Il cosiddetto equo compenso è regolamentato in Italia dal lontano 2009 e prevede, come per altri paesi europei (ma non tutti), un contributo da far pagare ai produttori e distributori di dispositivi elettronici capaci di riprodurre o registrare contenuti digitali. L'idea è che questo prelievo dovrebbe ricompensare in qualche modo i detentori di copyright per le copie private effettuate dai consumatori. Il problema è che nel tempo il "compenso" sembra esseri trasformato in una vera e propria tassa che colpisce l'ultimo anello della catena. Le aziende preferiscono ricaricare direttamente sui consumatori invece che addentrarsi nella procedura di rimborso prevista da SIAE.

Il Ministro dei Beni culturali, Massimo Bray

Per altro negli anni la lista dei prodotti si è allungata vistosamente senza un confronto diretto con la realtà. Ecco, il Ministro Bray vorrebbe approfondire proprio questo punto: cosa usano realmente gli italiani per effettuare copie private? Uno smartphone, un frigorifero con hard disk, un'autoradio con memoria Flash?

"Si misurerà, con metodo scientifico – per quanto possibile – se e quali dispositivi e supporti i consumatori italiani sono soliti utilizzare per effettuare copie private di opere dell'ingegno e sulla base di quanto emergerà si deciderà se e come correggere le tariffe attualmente in vigore", puntualizza l'avvocato IT Guido Sforza sulle pagine del Fatto Quotidiano. "È il trionfo non solo del buon senso ma anche della legalità perché si farà esattamente ciò che la disciplina europea stabilisce si faccia".

L'aspetto più "divertente" della vicenda è che un'analisi scientifica potrebbe lasciare SIAE con un pugno di mosche. Quando si parla di copia privata si intende ovviamente quella legale, non pirata. L'avvento e la diffusione della "musica liquida" ormai ha delineato un territorio di fruizione e copia decisamente più circoscritto rispetto al passato. C'è davvero qualcuno che masterizza ancora CD?

Ad ogni modo è andata bene, il Ministro Bray è tornato sui suoi passi. Siamo in attesa dei risultati dell'indagine.