Rischio Skynet: intelligenza artificiale sotto studio

Negli Stati Uniti si vuole dar vita a un centro di ricerca che esamini i possibili rischi dell'intelligenza artificiale. Tutte le possibilità sono remote, ma c'è chi non vuole farsi trovare impreparato.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il primo centro di ricerca sui rischi dell'intelligenza artificiale potrebbe nascere presso l'Università di Cambridge, negli Stati Uniti. Ne propongono la creazione il professore di filosofia Huw Price e quello di cosmologia Martin Rees, insieme a Jann Tallinn, noto per essere tra i fondatori di Skype.  

"Nel caso dell'intelligenza artificiale è ragionevole prevedere che prima o poi, in questo secolo o nel prossimo, l'intelletto uscirà dai limiti della biologia", ha spiegato Price. Per questo è consigliabile cominciare a riflettere e a studiare le possibili implicazioni di tale storico passaggio.

L'intelligenza artificiale potrebbe avere conseguenze sgradevoli?

Perché prima o poi l'Essere Umano non sarà più "l'essere più intelligente in circolazione", e non si può escludere il rischio di trovarsi alla mercé di "macchine che non sono intrinsecamente malvage, ma i cui interessi non c'includono", continua lo studioso.

"Si tende a considerarla una preoccupazione superflua, ma dato che non sappiamo quanto seri siano i rischi, né conosciamo la scala temporale, liquidare le inquietudini è pericoloso. Stiamo cercando di farla avanzare nella comunità scientifica rispettabile", spiega Price - lasciando intendere che non forse non è il caso di lasciare il tema nelle mani di ciarlatani e complottisti da fine del mondo.

È quindi per dare risposta alle tante domande nate in seno all'Intelligenza Artificiale che l'anno prossimo dovrebbe nascere il "Center for the Study of Existential Risk" (Centro per lo Studio del Rischio Esistenziale).

Gli scenari più apocalittici rimandano a opere come "Matrix", "Terminator" o "2001, Odissea nello Spazio", ma non è necessario evocare improbabili guerre tra uomini e macchine. Cosa succederebbe se, per esempio, le macchine senzienti decidessero di progredire ignorando le questioni ambientali, e riempiendo l'atmosfera di veleni potenzialmente mortali per le forme di vita organiche?

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Il tema è senz'altro di quelli più stimolanti, e speriamo che davvero tali studi prendano piede. Di certo passeranno ancora diversi decenni prima che l'eventuale pericolo diventi reale, e a dirla tutta non possiamo nemmeno essere certi che sarà il ventiduesimo secolo quello della svolta; tutto sommato non sappiamo praticamente nulla di come funziona la "nostra" intelligenza, e non è certo facile imitare qualcosa che non si padroneggia.