Rispetto per i diritti degli utenti
È interessante rilevare, però, che circa un mese fa in Belgio un ISP locale è stato ritenuto responsabile dell'operato dei suoi utenti P2P. La Corte belga ha obbligato il service provider a dotarsi di filtri elettronici per continuare ogni attività - avrà 6 mesi per adeguarsi. Insomma, negli ultimi anni la RIAA ha sfruttato a fondo due "strumenti" legali per raggiungere i risultati desiderati: la subpoena e la contumacia. Negli Stati Uniti hanno permesso di condannare molti utenti al pagamento di risarcimenti, ma in Europa la partita potrebbe essere molto più complicata. Un Avvocato Generale che si esprime come Kodott non sembrerebbe lasciare molto margine operativo. Nel rispetto delle procedure comunitarie la Corte di Giustizia valuterà questa opinione e poi si esprimerà, ma di solito è molto difficile che le valutazioni finali siano discordanti.
Secondo International Federation of the Phonographic Industry (IFPI) l'opinione di Kodott è "consultiva e non vincolante" per l'esito della querelle. "Questa opinione ha bisogno di essere studiata in maniera più approfondita, ma è chiaro che non può evitare che gli Stati membri permettano la diffusione dei dati di chi viola i diritti di copyright nelle cause civili", ha dichiarato il portavoce dell'associazione. "IFPI crede che sia importante lottare contro le violazioni online, fornendo ai detentori di copyright la possibilità di accedere a questo genere di dati anche se si tratta di cause civili".
I detentori di copyright potrebbero essere aiutati nel tentativo di aggiornare l'IPRED, la legge europea per perseguire gli illeciti sulla proprietà intellettuale. IPRED2, potenzialmente, potrebbe diventare un'arma senza scampo: alcune forme di violazione di copyright potrebbero essere indirizzate nel penale, e gli ISP potrebbero essere resi responsabili del materiale che circola sui network. Ma al momento non vi è fa preoccuparsi, come ha sottolineato il Parlamento olandese, con una lettera ufficiale, questa proposta di legge si spinge troppo oltre le competenze della Comunità Europea. Non a caso Foundation for a Free Information Infrastructure (FFII) ha confermato che le norme riguardanti l'ambito software renderebbero molti sviluppatori… praticamente dei criminali.