Rivoluzione open source per la PA: linee guida sull'acquisizione e il riuso di software

Le nuove linee guida sull'acquisizione e il riuso di software obbligano la PA a puntare sull'open source. Non sarà più possibile acquistare licenze senza giustificazione.

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a cura di Dario D'Elia

Tutte le pubbliche amministrazioni italiane d'ora in poi dovranno "pubblicare in Developers Italia tutto il loro software di proprietà acquisito negli anni passati e che acquisiranno d’ora in avanti, aprendo il mercato e mettendo fine alla duplicazione della spesa". È questa la rivoluzione che oggi è partita in senso alla PA. "La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione è a un punto di svolta", ha sottolineato Alessandro Ranellucci, Responsabile Relazioni con gli Sviluppatori del Team per la Trasformazione Digitale.

In pratica sono entrate in vigore le linee guida sull'acquisizione e il riuso di software che dovrebbero favorire l'impiego di soluzioni open source. Le Pubbliche Amministrazioni infatti dovranno svolgere una valutazione comparativa prima di acquisire software, privilegiando ciò che di open source è già disponibile. "In caso contrario, lo sviluppo di nuovo software o l'acquisto di licenze di software proprietario dovranno essere sempre motivati. Inoltre, tutto il software sviluppato per conto della Pubblica Amministrazione dovrà essere reso disponibile con una licenza open source nel catalogo", puntualizza la nota ufficiale.

Ranellucci ha sottolineato che il Team si aspetta "ripercussioni virtuose sul mercato, perché con il riuso del software si potrà mettere fine alla duplicazione della spesa in favore del consolidamento di un numero minore di soluzioni software più mature e più sicure". Non di meno verrà stimolata una competizione fra i fornitori sullo sviluppo del software esistente.

"Questo permette di aprire il mercato a nuove software house, anche di dimensioni più piccole perché potendo visionare il codice sorgente delle soluzioni già in uso potranno beneficiare di una minore asimmetria informativa rispetto alle aziende che abitualmente sono fornitori della Pubblica Amministrazione", ha concluso Ranellucci.