Robotica italiana a caccia di sviluppatori, ma non ci sono

Le aziende italiane che si occupano di robotica non riescono a trovare analisti e progettisti di software, disegnatori industriali e tecnici esperti in applicazioni.

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a cura di Dario D'Elia

C'è almeno un settore in Italia che si sta risollevando velocemente ed è quello delle macchine utensili, robot e automazione. Però ha un problema: mancano gli analisti e i progettisti di software, i disegnatori industriali e i tecnici esperti in applicazioni.

Secondo i dati dell'associazione di categoria UCIMU la produzione ha registrato nel 2017 un volume di affari pari a 6,1 miliardi euro e nel 2018 dovrebbe essere possibile raggiungere i 6,5 miliardi. Le esportazioni pesano per 3,4 miliardi e soprattutto il mercato asiatico appare sempre più ricettivo. Insomma l'Italia corre, magari un po' meno della Germania - che domina in Europa con 13,7 miliardi -  ma molto di più dei francesi che sono fermi a 400 milioni di euro.

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Considerata la prospettiva mondiale rosea dell'industria 4.0 si pone un problema di forza lavoro. Solo 32mila addetti e una prospettiva 2018 di un incremento di circa il 10/15% secondo le stime dell'agenzia di lavoro e-work. Già, ma dove trovarli?

Prima di tutto c'è un problema di competenze e in secondo luogo di retribuzioni. E-work ha confermato a Il Sole 24 Ore che la retribuzione annua lorda per analisti e progettisti di software è mediamente di 28-36mila euro lordi - quindi rispettivamente meno di 20mila e 23.600 netti.

Diventano 30-40mila euro lordi per i disegnatori industriali e 30-35mila euro per tecnici esperti in applicazioni. Un ingegnere programmatore di robot per l'industria 4.0 dopo 5 anni di esperienza - forse in Silicon Valley, non è chiaro dove potrebbe averla maturata - arriva a 40mila euro lordi. Al solito buttando lo sguardo oltre-confine si scopre che in Germania si arriva a 44mila euro lordi, con tasse che incidono sulla busta paga nettamente più basse.

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Secondo Fabrizio Brucato, talent acquisition manager dell'azienda di robotica piemontese Comau, la domanda è più concentrata sull'ambito software che hardware. "Ad esempio il linguaggio di programmazione e tutta la tecnologia che lega l'uomo alla macchina", ha dichiarato l'esperto. "Quindi sviluppatori, specialisti di Internet of Things e analisti di Big Data, i Big Data veicolati dalle macchine". Ecco quindi la decisione per Comau di fondare una scuola interna chiamata Academy dove vengono formati gli specialisti di cui si ha bisogno.

Insomma, la caccia è aperta. "Diciamo che non è facile, nella misura in cui emergono competenze tecniche molto specifiche. In questo senso essere giovani è un vantaggio, ma non una prerogativa indispensabile", ha concluso Brucato.