Romani: canone RAI nella bolletta dell'elettricità

Il Ministro Paolo Romani presenterà la riforma del Canone RAI basandola non sul possesso di un apparecchio atto alla ricezione, bensì sul contratto di fornitura elettrica. Se hai l'elettricità, paghi il Canone. Un provvedimento che non piace.

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a cura di Manolo De Agostini

La riforma del canone RAI, annunciata dal Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani (Ministro per lo Sviluppo economico, ecco Romani), si baserà sul contratto di fornitura elettrica, al contrario dell'attuale tassa sul possesso di un apparecchio televisivo o comunque dotato di sintonizzatore (per maggiori dettagli potete leggere la pagina su Wikipedia).

In un'intervista al Corriere della Sera, Romani ha spiegato che "a tutti i titolari di un contratto di fornitura di elettricità, siano essi famiglie o pubblici esercizi o professionisti, verrà chiesto di pagare il canone, perché ragionevolmente se uno ha l'elettricità ha anche l'apparecchio TV. Chi non ha la televisione dovrà dimostrarlo e solo in quel caso non pagherà''. L'idea era già stata presentata a luglio (Canone Rai a braccetto con la bolletta elettrica), quando Romani era viceministro.

Non è per fare quelli che ogni volta che parla un Ministro si schierano contro, ma se partiamo dal presupposto che lo Stato deve andare incontro al cittadino, il fatto che chi non ha la televisione lo debba dimostrare, ci sembra quantomeno una decisione discutibile. E poi come si dovrebbe dimostrare? Ancora non lo sappiamo, forse con un'autocertificazione.

Fermo restando che il canone è un balzello di un'altra epoca, come ricorda Romani il problema è che molte persone, pur usufruendo del servizio della TV pubblica, non pagano. Un atteggiamento sbagliato, visto che il canone volenti o nolenti esiste e tutti devono pagarlo. Tuttavia può anche essere interpretato come un segnale di malcontento da parte del cittadino, che la sente come una tassa sbagliata e ingiusta. Senza contare le eventuali valutazioni sulla qualità del servizio.

"Circa il 30% di chi dovrebbe pagare il canone non lo fa'', ha dichiarato Romani, ricordando che il provvedimento dovrebbe essere presentato entro l'anno, forse nel Decreto milleproroghe.

Il Ministro ha anche sottolineato che nel caso il canone RAI 2011 dovesse aumentare "dall'anno successivo l'importo si ridurrà secondo il principio che se pagano tutti, si paga meno''. La proposta del Ministro contempla che "metà delle nuove risorse incassate vadano alla RAI". Belle parole, ma in Italia un quadro del genere, lo diciamo a malincuore, non si è mai visto.

Dopo la proposta di Romani sono arrivate le prime reazioni. Il Codacons ha diramato una nota: "La misura avanzata dal ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, che propone di inserire il canone RAI nella bolletta dell'elettricità, potrebbe non avere gli effetti sperati sul fronte dell'evasione", si legge. "In attesa di conoscere i dettagli del provvedimento, si possono già ipotizzare diversi accorgimenti volti ad evitare il pagamento del canone in bolletta: ad esempio, se il pagamento verrà chiesto al titolare di un contratto di fornitura di elettricità, si potrebbero intestare diversi contratti a un medesimo soggetto del nucleo familiare (ad esempio un nonno). Oppure si potrebbe facilmente dimostrare di non essere in possesso di un televisore, semplicemente inviando al Ministero una autocertificazione, e magari facendo sparire l'apparecchio in caso di controlli".

"Francamente ci sembra un provvedimento poco scaltro quello del Ministro - afferma il presidente Codacons, Carlo Rienzi - Romani farebbe meglio a controllare come la RAI spende i soldi derivanti dal canone, e disporre un limite alla prassi della rete di Stato di acquistare all'esterno costosi format che potrebbe tranquillare realizzare in proprio, con indubbi risparmi".

Benedetto Della Vedova, vicecapogruppo di Futuro e Libertà alla Camera, sottolinea che "l'ipotesi di inserire il canone nella bolletta elettrica rappresenterebbe un aumento surrettizio di pressione fiscale, perché colpirebbe inevitabilmente chi non ha un apparecchio TV, in casa, in negozio o in ufficio, caricando sul contribuente l'onere di dimostrare il contrario".

"Cercare il modo di reperire nuove entrate per la malconcia RAI, a carico dei contribuenti, rappresenta il tentativo di conservare a ogni costo lo status quo da duopolio anomalo - una TV di Stato invasa dalla politica, finanziata fiscalmente e impossibilità a gareggiare con la concorrenza nel mercato pubblicitario - che non serve né al Paese, né tanto meno alla RAI. Il cui destino, a queste condizioni, pare irrimediabilmente segnato", ha concluso l'onorevole Della Vedova.