Romani: Italia troppo rigida sull'elettrosmog

Il ministro dello Sviluppo Economico propone di innalzare i limiti di elettrosmog per favorire il wireless broadband. Adesso gli operatori sono costretti alla moltiplicazione delle antenne per tenere basse le emissioni.

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a cura di Dario D'Elia

Il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani è convinto che bisognerebbe correggere la legge italiana sull'inquinamento elettromagnetico per favorire la diffusione delle reti wireless broaband. In pratica i limiti attuali sarebbero troppo rigidi: 6 volt/metro contro la soglia europea di 40 volt/metro.

"La legislazione italiana sull'inquinamento elettromagnetico è troppo rigida, frutto di un'impostazione ideologica piuttosto che di analisi scientifiche […] abbiamo la legislazione più penalizzante di tutta Europa", ha dichiarato ieri Romani.

La moltiplicazione delle antenne

Il rischio è che possano crearsi effetti collaterali negativi: su tutti una moltiplicazione delle antenne e quindi dei costi, per ovviare il problema delle alte emissioni.

"Fare la banda larga mobile con queste regole insensate (il riferimento è l'asta LTE, NdR) significa obbligare i gestori delle telecomunicazioni mobili a raddoppiare il numero dei ripetitori installati in tutta Italia. Ci preoccupiamo tanto di un'antenna telefonica e poi non si dice nulla per i mega-impianti della Rai che trasmettono a potenze centinaia di volte superiori: quelli non fanno male!", ha tuonato Romani.

Secondo Vincenzo Vita, senatore del PD ed ex sottosegretario alle Comunicazioni, la normativa italiana andrebbe considerata all'avanguardia poiché "la tutela della salute è un diritto irrinunciabile". In ogni caso ha aggiunto che in Svizzera le restrizioni "sono ancora più stringenti".

Effettivamente da tempo gli operatori TLC lamentano il rischio moltiplicazione antenne LTE per colpa dei limiti alle emissioni. Al momento ne sono già state installate non meno di 50mila, ma a breve per ampliare la copertura del servizio potrebbero sfiorare quota 150mila – molte di più di quante se ne richiedono oltreconfine. Il settore sostiene che basterebbe passare da 6 volt/metro a 12 volt/metro per consentire l'adozione di antenne più efficienti e multi-funzionali.

Difficile esprimersi al riguardo anche perché se da una parte la moltiplicazione delle antenne non è salutare per il paesaggio, l'innalzamento del limite delle emissioni potrebbe non essere piacevole per i cittadini. Il dibattito forse dovrebbe coinvolgere ricercatori e specialisti, ma anche in questo caso ci si potrebbe imbattere in periti di parte.

Diciamo allora che la salute e gli eventuali rischi ambientali dovrebbero venire prima delle esigenze dell'industria. Mettendo da parte per un attimo l'idealismo è evidente che l'Occidente avanzato dovrebbe essere in grado di potersi permettere una scelta ponderata. Davvero vogliamo innalzare i limiti dell'elettrosmog per il wireless broadband?