Salvato il soldato Manning, uscirà di galera a maggio

Una vera e propria grazia sarebbe stato un gesto politico significativo, mentre la semplice comunicazione è un atto amministrativo che non dà spazio a ulteriori interpretazioni. La gestione dei whistleblower passa dunque alla nascente amministrazione Trump.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il presidente USA Barack Obama ha commutato la sentenza di Chelsea Manning per motivi di salute, permettendole di uscire dal carcere dove si trova dal 2013. Non si tratta di una vera e propria grazia: la pena è stata ridotta da 35 a 7 anni, la maggior parte dei quali sono già trascorsi. Manning sarà rilasciata il prossimo 17 maggio.

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Manning è stata riconosciuta colpevole di aver fatto trapelare oltre 700.00 documenti riservati, pubblicati poi da Wikileaks. Informazioni che tra le altre cose hanno dimostrato crimini di guerra compiuti dalle forze statunitensi.

Ed è proprio il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, che potrebbe agire dopo la decisione di Barack Obama. Lo scorso settembre, infatti, Assange aveva dichiarato che se Manning avesse ricevuto la grazia ne avrebbe preso il posto, affrontando le indagini di cui è oggetto negli Stati Uniti.

Come abbiamo affermato tuttavia non si tratta di una grazia ma di una semplice commutazione della pena. La motivazione ufficiale tra l'altro riguarda lo stato di salute di Manning, e non rappresenta in alcun modo un cambio di politica nei confronti dei whistleblower - o allertatore civico se vogliamo seguire il suggerimento dell'Accademia della Crusca.  

Julian Assange, dunque, tecnicamente non ha nessun impegno a cui adempiere, dato che non è giunta alcuna grazia. Un dettaglio rilevante, come sottolinea l'avvocato di Manning Sarah Harrison, perché la grazia avrebbe simbolizzato un cambiamento culturale nei confronti delle azioni di Manning. La commutazione della pena, invece, è solo il governo che prende atto di una situazione sanitaria insostenibile.

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Una commutazione, tra l'altro, firmata dal presidente Obama insieme ad altre centinaia e a 64 grazie. A questo punto la palla passerà al prossimo presidente Donald Trump, che potrebbe decidere di affrontare la questione di Edward Snowden, attualmente residente in Russia - l'amicizia tra Trump e Vladimir Putin potrebbe giocare un ruolo importante su questo tema.

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