Samsung: le nostre smart TV registrano qualsiasi cosa diciate in loro presenza

Le smart TV Samsung possono registrare e trasferire ad altri ogni parola pronunciata a portata di microfono. Fa parte delle funzioni di controllo vocale ed è disattivabile, ma è comunque una funzione che fa sollevare qualche perplessità.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Le smart TV Samsung registrano e inviano ad altri qualsiasi cosa diciamo in loro presenza. Si riassume così la capacità di questi televisori, e il rischio è ben descritto nei documenti che li accompagnano. La registrazione e l'upload sono necessari a garantire il buon funzionamento dei comandi vocali, ma meglio evitare di dire cose compromettenti.

Parliamo del sistema Voice Control integrato sui modelli più recenti; a differenza dei televisori attuali, che richiedono l'uso di un tasto dedicato sul telecomando, con i nuovi prodotti il sistema di riconoscimento vocale è sempre attivo a meno che il proprietario non lo disattivi volontariamente. 

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"Per favore siate consapevoli del fatto che se parlate a voce alta di informazioni personali e sensibili, tali informazioni saranno tra i dati raccolti e trasmessi a terze parti usando Voice Recognition", recita infatti il documento sulla privacy pubblicato da Samsung.

Le "terze parti" di cui si parla sono i server di aziende specializzate, come ad esempio Nuance, che ricevono in tempo reale la voce umana, la analizzano e restituiscono un risultato utile, o almeno ci provano. Samsung ha spiegato che le registrazioni non vengono conservate, e che ogni trasferimento di dati è protetto da crittografia – ma bisognerebbe esaminare anche gli impegni presi dai partner che ricevono i dati. La registrazione è sempre indicata chiaramente con la visualizzazione di un microfono sullo schermo.

Inevitabilmente c'è chi ha etichettato la registrazione come orwelliana. Per quanto Samsung non rappresenti un governo oppressivo né uno strumento di sorveglianza globale, in effetti, l'idea che il televisore del salotto sia un orecchio in costante ascolto non è proprio delle più invitanti.

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Difficile però assicurarsi che le società terze non includano agenzie governative di qualche tipo, o che il trasferimento sia davvero a prova di violazione. Detto questo non è lecito ipotizzare che NSA, GCHQ e simili siano appostate dietro a ogni televisore, ma qualcuno di certo ci avrà pensato. Ed ecco che si concretizza l'idea di un televisore usato come strumento di sorveglianza e controllo globale, come in "1984" di George Orwell.

Prima di scagliare un prematuro "J'accuse" contro Samsung, tuttavia, è bene considerare il fatto che qualsiasi dispositivo dotato di comandi e riconoscimento vocale fa e farà la stessa cosa. È necessario affinché il sistema funzioni, ma non per questo dev'essere meno preoccupante.

Non è tuttavia obbligatorio prestarsi a questa raccolta dati - non ancora perlomeno. Chi sceglie un televisore Samsung può disattivare Voice Recognition, rinunciando così alle relative funzioni avanzate. In questo caso il televisore continuerà a raccogliere i testi inseriti per le ricerche e altri dati statistici riguardo l'uso del prodotto, ma se non altro non vi registrerà se parlate di cose private vicino al televisore.

Eventualmente è possibile anche scollegare il televisore dalla rete Wi-Fi, per assicurarsi che nessuna informazione lasci la stanza per vie traverse; così facendo tuttavia si perderanno anche molte delle funzioni "smart" che richiedono appunto la connessione a Internet.  

È un nuovo affronto alla privacy di tutti noi? Probabilmente no, ma di certo questa notizia può essere un segnale, una nuova indicazione della direzione che sta prendendo la tecnologia moderna e di come l'individuo si stia in qualche modo adeguando a essa. Vi preoccupa o lo trovate un dettaglio irrilevante?