Scandalo mining di bitcoin in Iran, coinvolta la borsa principale

In Iran è scoppiato uno scandalo legato al mining di bitcoin, dopo che una mining farm clandestina è stata scoperta addirittura nella sede della borsa.

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a cura di Alessandro Crea

Ali Sahraei, il capo della Borsa di Teheran, si è dimesso oggi dopo che una mining farm di bitcoin è stata trovata presso la sede di TSE (Tehran Stock Exchange, ossia appunto la borsa iraniana). Secondo l'IRNA, l'agenzia di stampa nazionale iraniana, le voci su un'operazione mineraria clandestina sono state inizialmente respinte come false dalla compagnia elettrica statale Tavanir.

Il dipartimento delle pubbliche relazioni dello scambio, tuttavia, ha scoperto diversi minatori ASIC nell'edificio lunedì e ha quindi rilasciato una dichiarazione ufficiale sull'operazione illegale:  "Durante le procedure di vigilanza della Borsa e dell'Organizzazione per i titoli, sono stati scoperti alcuni minatori nell'edificio della società".

Alla fine di maggio, l'Iran ha imposto un divieto di quattro mesi al mining di bitcoin a causa dei frequenti blackout. Doveva scadere il 22 settembre, ma non c'è stato alcun annuncio ufficiale. Il problema dei costi energetici e dell'impatto ambientale del resto sta diventando un problema un po' ovunque nel mondo. Non è un caso infatti se, come riportato da U.Today, uno specialista IT è stato recentemente sorpreso a rubare elettricità in una stazione della polizia polacca.