Scaricare film e musica online è la droga dei depressi

Secondo una ricerca eseguita presso un'università statunitense chi è depresso tende a scaricare più degli altri. Una realtà da approfondire, e qualcuno già propone di controllare tutte le connessioni per fare diagnostica.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Chi soffre di depressione è più portato a scaricare file illegalmente rispetto agli altri. Lo hanno scoperto i ricercatori dell'Università della Scienza e della Tecnologia del Missouri, che suggeriscono di monitorare le attività online come strumento diagnostico.

La ricerca si è svolta all'interno del campus universitario, dov'è stato possibile controllare cosa facevano gli studenti con i propri computer, associando i dati al loro stato di depressione – quest'ultimo determinato tramite un questionario auto diagnostico online.

Studenti depressi scaricano come se non ci fosse un domani

Ed è così emersa una relazione tra gli studenti depressi e i pacchetti digitali che passavano sulle loro connessioni: i più depressi (o tendenti alla depressione) usano maggiormente il P2P, le chat online, e la posta elettronica. Gli "scariconi" finiscono così per fare compagnia a coloro che cedono allo shopping compulsivo, all'abuso di social network e di video online, al gioco d'azzardo e altri comportamenti ritenuti in generale una conseguenza della depressione.

Secondo gli autori questo è il più accurato studio esistente sull'argomento, abbastanza da portare il Dr. Sriram Chellappan a suggerire di sviluppare un'applicazione che tenga sotto controllo le connessioni per individuare i sintomi di questo disturbo, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo.

"Questo va un po' troppo oltre, e non è necessario perché non ci sono prove che mostrino un'alta percentuale di utenti P2P colpiti da depressione", commenta Ernesto su TorrentFreak, blog che da anni ormai si occupa di tematiche legate al filesharing.

Per la diagnosi lui ti spia il PC, il mobile della cucina e le tasche

Sarebbe consigliabile almeno un minimo di cautela. Prima di tutto bisognerebbe essere assolutamente certi della relazione tra il disturbo e l'uso di Internet; e anche in quel caso bisognerebbe porsi qualche domanda su quella che sembra una colossale violazione della privacy.

A questo punto tuttavia produttori cinematografici e difensori del copyright hanno un'arma in più, che potranno usare per spingere l'approvazione di nuove norme mirate a fermare il download illecito. Un obiettivo che di per sé è del tutto legittimo, se non fosse che fino a oggi abbiamo visto proposte ben disposte a sacrificare privacy o libertà di espressione pur di fermare i pirati. Una questione di priorità dopotutto, un po' come dire potreste finire per essere uccisi. O peggio, espulsi.