Scoperto un buco nero da 17 miliardi di masse solari

A circa 200 milioni di anni luce dalla Terra c'è un buco nero da 17 miliardi di masse solari. La scoperta e gli interrogativi ancora aperti.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Gli astronomi dell'Università della California hanno scoperto uno dei più grandi buchi neri mai trovati, situato nella galassia NGC 1600, a circa 200 milioni di anni luce dalla Terra. Si tratta di un buco nero supermassiccio che contiene 17 miliardi di masse solari. È il secondo buco nero più grande finora scoperto, dopo quello di 21 miliardi di masse solari che si trova nell'ammasso della Chioma.

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Quello che ha stupito gli esperti è che si trova in un gruppo di galassie di medie dimensioni, al contrario dei buchi neri supermassicci avvistati finora, tutti collocati in densi ammassi di galassie. Una scoperta che potrebbe mettere in discussione le convinzioni degli esperti sulla collocazione dei buchi neri giganteschi, senonché sul numero di quelli che potrebbero popolare l'universo.

Chung-Pei Ma, astronomo presso l'Università della California e co-autore della ricerca, ha spiegato che "questo buco nero è molto più grande di quanto ci aspettassimo per le dimensioni della galassia in cui risiede". È proprio questo l'aspetto più sconcertante o interessante di questa ricerca, a seconda di come lo si voglia interpretare.

Le osservazioni iniziali non sono state abbastanza dettagliate da poter vedere in modo chiaro lo spettro della luce dal centro della galassia, ma i ricercatori hanno subito capito che stavano guardando qualcosa di straordinario. Chung-Pei Ma ha spiegato che "è stato un po' come guardare un uragano da molto lontano […] era così grande che abbiamo iniziato a sentire il vento anche solo con i dati grossolani".

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Sospettando di avere avvistato un grande buco nero, i membri del team hanno approfondito lo studio indagando la galassia ellittica con il telescopio spaziale Hubble e quelli di terra Gemini alle Hawaii e McDonald Observatory in Texas.

I dati determinanti sono arrivati da Gemini, dai cui dati spettrali si è potuta vedere la "sfera di influenza" del buco nero: le stelle "viaggiavano così velocemente che l'unica causa di questa velocità poteva essere la presenza di un buco nero che contiene 17 miliardi di masse solari", oppure di un sistema binario di buchi neri, che sembra l'ipotesi confermata dai dati. I ricercatori tuttavia non sono in grado di dire se attualmente il sistema sia ancora formato da due buchi neri o se si siano già fusi in uno.

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La galassia NGC 1600

Lo studio proseguirà con il telescopio Hubble, per "vedere" meglio all'interno della galassia NGC 1600 e definire con precisione la massa del buco nero. A questo punto, come sottolinea Avi Loeb, presidente del Dipartimento di Astronomia presso l'Università di Harvard, "sarebbe interessante verificare se si tratti di un valore anomalo o di un caso tipico" e capire quali condizioni ambientali alimentino la crescita dei buchi neri più massicci.