Scoprite la città più pericolosa di Internet

Documentario sulla città rumena che per molti anni è stata la capitale mondiale del crimine informatico. Lo ha prodotto Norton Symantec. Il messaggio del film? Conoscere il fenomeno criminale per imparare a difendersi meglio.

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a cura di Pino Bruno

Non tutti gli hacker vengono per nuocere. I media tradizionali parlano poco e male dei white hat, gli hacker etici che fanno controinformazione e sbugiardano potenti e corrotti. Purtroppo fanno più notizia i black hat, i criminali che vanno in rete per spargere malware, rubare soldi e informazioni, compiere atti terroristici.

A questi ultimi è dedicato il documentario prodotto da Norton Symantec "In Search of The Most Dangerous Town On the Internet", per la regia di Sean Dunne. Qual è per Norton Symantec la città più pericolosa di Internet? Râmnicu Vâlcea, a un centinaio di chilometri da Bucarest, conosciuta anche come Hackerville.  

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Qui per molto tempo i black hat hanno potuto operare quasi indisturbati, fino a quando la polizia romena ha deciso di collaborare con FBI e Interpol. Negli ultimi anni, dopo decine e decine di arresti, il fenomeno sembra essersi ridimensionato e chi non è finito in prigione ha scelto di trasferirsi in paesi più compiacenti. Il docufilm di Sean Dunne, oggi reso disponibile con i sottotitoli in italiano, appare un po' datato, ma è comunque interessante, poiché propone interviste inedite ai protagonisti del fenomeno.

Parlano tra gli altri Iceman, ossia Robert Butyka; è un hacker rumeno noto per essersi infiltrato in 25 computer del Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena nel dicembre 2010. I computer facevano parte del programma Atmospheric Infrared Sounder (AIRS), usato per le ricerche sul clima e il miglioramento delle previsioni atmosferiche. L'attacco rese i computer inutilizzabili per oltre due mesi.

C'è poi Tinkode, nome in codice dell'hacker rumeno Manole Razvan Cernaianu, che deve la sua fama alla violazione dei siti dell'Esercito degli Stati Uniti, della NASA, della Marina Militare inglese, dell'Agenzia Spaziale Europea, di MySQL e di Google.

Perché mai un'azienda che si occupa di sicurezza informatica ha deciso di produrre un documentario sui black hat? Il motivo è abbastanza chiaro, ma lo spiega direttamente Ida Setti, Territory Manager Southern Europe della Norton Business Unit di Symantec: "Il crimine informatico è un business redditizio, perpetrato ogni anno in tutto il mondo alle spalle di milioni di vittime. I criminali informatici fanno un uso sempre più spregiudicato di metodi di attacco aggressivi come il ransomware, che lo scorso anno è cresciuto del 113%. Il nostro obiettivo è stimolare il dibattito sul crescente business del crimine informatico e mettere in luce l‘importanza di proteggere le proprie informazioni personali nel mondo connesso di oggi".

Insomma, conoscere i criminali per difendersi meglio, semmai con le armi fornite da aziende come Norton Symantec, che ha prodotto il docufilm anche per questo. Buona visione.