Scrivere a mano è fuori moda, arrendiamoci

La scrittura a mano è un'abilità in declino. A darne nuova conferma è l'Università di Cambridge. La storica istituzione britannica certifica il fatto che gli studenti faticano a scrivere in modo leggibile con carta e penna, e pensa di cambiare le modalità di esame.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Scrivere a mano è sempre più difficile, un'arte raffinata per un tempo che fu. Volendo parafrasare Guerre Stellari, potremmo dire che non è goffa o erratica come una tastiera. È elegante, invece, per tempi più civilizzati. Forse è così, ma sono sempre meno quelli di noi che possono scrivere a mano testi più complessi di una breve nota. Tant'è che persino la storica Università di Cambridge sta pensando di introdurre computer e tablet agli esami.

Pare infatti che i testi scritti a mano da parte degli studenti siano sempre più difficili da leggere, e dunque da valutare. Il problema diventa ogni anno più pressante, al punto che alcuni studenti sono stati richiamati durante l'estate per leggere i loro scritti in presenza di due commissari.

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Delle due l'una: o un approccio draconiano per cui un testo non leggibile equivale a un errore, oppure accettare la realtà dei tempi e introdurre un metodo più moderno. Si tratta, nel caso di Cambridge, di "mettere fine a oltre 800 anni di tradizione", come si legge sul Telegraph. Non è certo una decisione da prendere a cuor leggero.

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Immagine: @hjalmeida / Depositphotos

Soprattutto in una scuola come Cambridge, sui cui banchi sono passati 15 Primi Ministri britannici, decine di capi di stato di altri paesi, nonché centinaia di artisti e scienziati, compresi oltre 90 premi Nobel e altri riconoscimenti (qui una lista). Così tanti e così importanti che citarne uno o due sarebbe fare un torto tremendo a tutti gli altri.

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I dirigenti dell'istituzione stanno dunque valutando con cautela la possibilità di abbandonare gli esami scritti a mano, con una consultazione che si inserisce nella "strategia per la formazione digitale". Un progetto già include alcuni esami fatti con una tastiera al posto della penna. Interrogati con un sondaggio, gli studenti hanno risposto che il cambiamento avrebbe un "significativo impatto positivo sul loro benessere".

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Immagine: @DragonImages / Depositphotos

È facile immaginare il perché di quest'ultima risposta. Gli studenti usano solo tastiere (tradizionali o touchscreen) durante le loro attività scolastiche e nella vita privata, magari già dalle superiori. Così allo stress "normale" di un esame si aggiunge quello della scrittura a mano a rendere la prova più difficile. Una difficoltà aggiuntiva che non c'entra nulla con l'effettiva preparazione dello studente - a meno che non sia un esame di calligrafia, naturalmente.

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Sembra una scelta ovvia ma c'è chi non è d'accordo. Secondo molti, non solo accademici, il saper scrivere a mano è un'abilità che andrebbe preservata. Una competenza che porta con sé vantaggi unici, impossibili da riprodurre diversamente. Per esempio, prendere appunti a mano o scrivere riassunti aiuta gli studenti a memorizzare meglio e in un certo senso a rafforzare le capacità mnemoniche. Ne è convinta per esempio Tracey Russel, un'esperta la cui opinione è stata riportata dal Telegraph.

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Immagine: @Konstanttin / Depositphotos

Forse è vero, o forse la nostra memoria si può allenare e migliorare in tanti altri modi. Ciò di cui non si può dubitare è che la scrittura a mano è in declino. La usiamo a scuola, a volte anche troppo, ma poi nella vita reale sono davvero poche le occasioni in cui preferire una penna a una tastiera o un touchscreen. "La scrittura a mano è in significativo declino.", ha commentato Sir Anthony Sheldon dell'Univeristà di Buckingham, "Dobbiamo accettare la realtà. [...] (la scrittura a mano) è diventata una parte opzionale, non necessaria, della formazione". E poi aggiunge che è un'abilità "non necessaria per un grande pensiero, un grande inglese o una grande intelligenza".

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Un'affermazione condivisibile e valida anche per l'italiano, naturalmente. Se guardiamo ai grandi scrittori, ai grandi giornalisti della nostra lingua, sarà molto difficile trovarne anche uno solo che scriva a mano. Non per questo i loro testi hanno meno valore, o la loro lingua è "meno italiano".

Tutto considerato, dunque, c'era da aspettarsi che persino un ateneo storico come Cambridge decidesse di fare il salto. Anzi, è strano che la questione non sia emersa fino al 2017. Probabilmente finiranno per portare i computer agli esami, e dopo Cambridge - un'istituzione - seguiranno altre università, poi le scuole superiori, e il resto del mondo. Italia compresa.

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Immagine: @AGorohov / Depositphotos

Ed è solo un bene. Perché oggi, nel 2017, ciò che davvero non è accettabile è che i nostri studenti arrivino all'università avendo solo una minima esperienza nella scrittura con la tastiera. Magari sanno programmare un pochino, magari sono bravi in Matematica, in Storia o altro. Poi però li vedi che scrivono con due dita, con una lentezza imbarazzante. E poi magari finiscono l'università nelle stesse condizioni, con lacune difficili da tollerare in un ambiente lavorativo. Ecco, questo è un vero problema: con la loro scrittura a mano illeggibile, invece, ci possiamo tranquillamente convivere.


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