Scuola digitale, non basta un tablet per insegnare

Rinnoviamo il dibattito sulla digitalizzazione, sperando di andare oltre lo sterile tema dell'ebook.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Introduzione

Non molto tempo fa il ministro per l'istruzione Maria Chiara Carrozza ha annunciato di voler rinviare all'anno scolastico 2015 l'obbligo di usare i libri digitali  nelle scuole italiane. Un rinvio che è stato l'ultimo in una serie; prima se n'erano occupati Francesco Profumo e Maria Stella Gelmini, con un approccio in qualche modo simile. I Ministri che si sono succeduti recentemente, infatti, bene o male sono d'accordo: la digitalizzazione della scuola è di fondamentale importanza per lo sviluppo e la crescita, ma ci sono tanti nodi da affrontare ed è meglio procedere con cautela.

Maria Chiaria Carrozza, Ministro per l'Istruzione

I problemi, limitandosi al ministro Carrozza, sono due: da una parte le scuole italiane non sono ancora pronte, e hanno bisogno di un adeguamento tecnologico - per esempio con l'installazione del Wi-Fi. Dall'altra ci sono gli editori di libri scolastici: a quanto pare bisogna agire con calma, evitando loro danni economici. Ma la maggior parte delle persone è convinta che il profitto delle case editrici sia l'unica cosa che pesa davvero; vedremo più avanti se si tratta di malizia o di sospetti fondati.

Ad alimentare il malcontento ci hanno pensato gli editori, quando hanno dichiarato che un passaggio forzato al digitale provocherebbe perdite immediate perché non si venderebbero i libri presenti nei magazzini. Francamente, crediamo ben poco che ci siano così tanti libri già stampati nei magazzini da provocare un danno economico sostanziale.

Non tutti però sono consapevoli del fatto che, grazie alla normativa sull'autonomia scolastica, i singoli istituti non sono tenuti ad attendere una decisione del Ministero per muoversi. Chi volesse farlo, potrebbe introdurre l'ebook oggi stesso, così come tante altre novità tecnologiche.

Ci facciamo le domande sbagliate

Ci siamo quindi chiesti come sta ricominciando la scuola italiana dopo la pausa estiva del 2013. Il nuovo anno scolastico è più digitale? Ci saranno più tablet e libri elettronici rispetto al passato? Per capire meglio la situazione abbiamo sentito Salvatore Giuliano, dirigente scolastico dell'ITIS E. Majorana di Brindisi, e soprattutto ideatore del progetto bookinprogress.

Salvatore Giuliano

La prima cosa che abbiamo scoperto è che aspiravamo a una conoscenza praticamente impossibile da ottenere. Proprio in virtù dell'autonomia scolastica avremmo dovuto telefonare a ogni istituto per farci raccontare se e quanti ebook stessero adottando, e in che forma. Ottenere un campione statisticamente rilevante sarebbe stato troppo oneroso per le risorse che abbiamo a disposizione, ma soprattutto un'informazione poco rilevante.

Sì, perché Salvatore Giuliano ci ha chiarito subito che tutti noi ci stiamo preoccupando delle cose sbagliate. Non ha senso dibattere sull'adozione obbligatoria del libro elettronico nella scuola italiana, né su quella del tablet come oggetto - figuriamoci quanto sono utili i battibecchi sulla rivalità tra iPad e Android. Ciò di cui dovremmo preoccuparci è che la scuola italiana faccia davvero dei passi avanti e diventi una scuola moderna.

"Se un italiano di 50 anni fa tornasse ora non riconoscerebbe il paese, ma la scuola è rimasta pressoché la stessa", ci ha infatti detto Giuliano durante l'intervista telefonica che ha concesso a Tom's Hardware. Ed è di questo che abbiamo parlato, e di come le nostre scuole potrebbero diventare migliori grazie anche alla tecnologia moderna.