Scuola Italiana Digitale: hardware, Rete, soldi per la formazione

Il MIUR offre un aggiornamento sui numeri della scuola digitale. La maggior parte dei nostri studenti è in un istituto collegato in RETE, ha la LIM in aula e uno o più laboratori. Ora si parte con la formazione degli insegnanti e il rinnovamento del metodo con l'Animatore Digitale.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il Ministero dell'Università, dell'Istruzione e della Ricerca (MIUR) ha pubblicato un aggiornamento sulla dotazione tecnologia delle scuole italiane, in riferimento all'anno scolastico 2014/2015. Il breve documento offre un'interessante panoramica sullo stato delle nostre scuole, mentre si pensa alla formazione degli insegnanti e al rinnovamento metodologico.

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Per esempio il testo afferma che "nei nostri istituti sono complessivamente presenti 65.650 laboratori. Di questi, il 43,6% è dotato di LIM e il 16,9% di proiettori interattivi. Mediamente ciascun laboratorio dispone di 9 computer". Quanto alla connessione Internet, è collegato a Internet l'82% dei laboratori e il 70% delle aule. Il 42% delle aule ha una Lavagna Elettronica Multimediale, mentre il 6% un proiettore interattivo.

Il ministero rileva l'aumento "netto" nella diffusione della LIM, "a dimostrazione dei forti investimenti negli anni passati" e afferma che questo strumento, in abbinamento a tablet e smartphone, permetterà di "creare ambienti sempre più flessibili per una didattica digitale".

Quanto ai dispositivi più piccoli, la nota del MIUR ci dice che il 41% delle scuole ha più di dieci tra computer e dispositivi mobile a disposizione, l'8% delle scuole ne ha uno solo e il 10% non ne ha nessuno. Tutte le altre ricadono in una categorie intermedia. È importante anche che "il 62% degli studenti frequenta il 41,1% di scuole con più tecnologie in aula".

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Le scuole italiane hanno fatto passi avanti anche nella dematerializzazione, hanno un sito web e usano la Rete per comunicare con le famiglie. Quasi il 70% delle scuole statali usa il registro elettronico, mentre la percentuale cala al 25% negli istituti paritari.

Ottimi numeri, ma non dicono tutto

I numeri snocciolati dal ministero sono sicuramente positivi, e non può che rallegrarci sapere che tante  delle scuole in cui mandiamo i nostri figli possono vantare una dotazione tecnologica più che discreta. Detto questo, avere l'hardware è solo una parte dell'equazione - forse la meno importante.

È necessario infatti che questi potenti strumenti vengano sfruttati come si deve, e purtroppo continuiamo a leggere commenti di studenti secondo cui l'insegnante "usa la LIM come una lavagna di ardesia". Ciò significa che è imprescindibile anche la formazione dell'insegnante.

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A tal proposito, è utile ricordare che nell'ambito della riforma "la buona scuola" agli insegnanti del nostro Paese è riconosciuto un bonus di 500 da spendere in formazione e aggiornamento degli strumenti, compresi computer. Ne risultano esclusi "componenti parziali" e un lettore ci ha chiesto se questo tagli fuori anche i componenti hardware; abbiamo girato la domanda al ministero, ma stiamo ancora aspettando una risposta.

Un altro dettaglio rilevante riguarda l'uso del registro elettronico e di altri strumenti. È vero che è aumentato presso le scuole pubbliche, ma lo è anche il fatto che è obbligatorio per legge. L'insegnante deve compilare il registro elettronico, e la pagella online (insieme alle assenze e altro) non è un'opzione ma un obbligo.

In altre parole, il docente che non compila (tempestivamente) il registro elettronico commette una violazione. È comunque fantastico che questo strumento si sia diffuso tanto in fretta, ma magari non è proprio una cosa da celebrare.

L'Animatore Digitale

Le recenti novità nel mondo della scuola si devono in gran parte al Piano Nazionale Scuola digitale, che prevede tra le altre la nomina in ogni scuola di un Animatore Digitale, entro il prossimo dieci dicembre. Il preside dovrà scegliere un insegnante esperto quanto a tecnologie e nuove metodologie didattiche, a cui affiderà l'incarico di rinnovare l'approccio e il metodo didattico.

Sembra quasi di vedere il digital champion replicato in ogni scuola, ma (si spera), con più potere e più possibilità di azione rispetto alle migliaia "assoldati" dal pur volenteroso Riccardo Luna. L'Animatore Digitale infatti lavorerà insieme al dirigente e ai servizi amministrativi, e i suoi progetti saranno inseriti nel POF (Piano Offerta Formativa), vale a dire quel documento vincolante con cui la scuola descrive la propria offerta didattica ad alunni e studenti. Il Ministero darà ad ogni Animatore Digitale 1000 euro l'anno per realizzare le proprie attività.

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In particolare, l'Animatore Digitale dovrà occuparsi della formazione metodologica e tecnologica dei colleghi, di coinvolgere l'intera comunità scolastica nel processo di modernizzazione e digitalizzazione, e di progettare soluzioni sostenibili da realizzare nell'ambiente scolastico.

Per esempio, l'Animatore dovrà spiegare ai colleghi che cos'è e come si usa Scratch (scratch.mit.edu), illustrare il progetto anche ad alunni e genitori, e gestire gli spazi scolastici per mettere in piedi un laboratorio - se quelli esistenti non sono adatti.

Servirà a qualcosa? Avrà un impatto concreto? Difficile a dirsi ora, ma di certo all'Animatore Digitale toccherà un lavoro immenso - anche perché si parla di un Animatore per plesso scolastico, non per ogni scuola. Nei plessi più grandi, potrebbe dover gestire oltre 100 insegnanti e decine di classi. Di certo questa nuova figura troverà dirigenti e colleghi pronti ad aiutarla, ma è altrettanto sicuro che molti le remeranno contro; potrebbe diventare un lavoraccio, quasi un'impresa eroica. E quindi facciamo i nostri migliori auguri ai futuri Animatori Digitali.

La scuola italiana è sulla buona strada

Preso atto delle criticità, comunque, il lavoro svolto dal MIUR per modernizzare le nostre scuole ha preso la giusta direzione, e quanto fatto finora è sicuramente apprezzabile. Perché sembra che si sia compreso, finalmente, che una LIM non serve senza saperla usare, e che un tablet è ferraglia se non è abbinato a un rinnovato metodo didattico.

Ecco, sembra davvero che qualcuno abbia imparato la lezione. O, vedendola in un altro modo, possiamo dire che si sta avviando una seconda fase; nella prima sono state messe in rete molte scuole, installate molte LIM e realizzati molti laboratori. Ora si passa alla formazione degli insegnanti e al rinnovamento del metodo didattico.

Il lavoro da fare è ancora tanto, tantissimo, e di certo i molti problemi non saranno risolti domani. Ma la strada imboccata, sembra, è quella giusta.