Scuola italiana fra tablet, social network e rischio privacy

L'autorità Garante per la Privacy ha voluto ricordare le regole per rispettare la privacy a scuola, ricordandoci come le nuove tecnologie richiedano nuove regole.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il Garante della Privacy ha pubblicato nuove linee guida da applicare alla scuola, che tengano conto della sempre più pervasiva presenza delle moderne tecnologie, e allo stesso tempo le sfruttino per rendere più trasparenti le attività didattiche. Il Garante cerca di fare chiarezza su alcuni argomenti scottanti di vecchia data, chiarendo per esempio che chiedere di svolgere un tema su argomenti personali non equivale a una lesione della privacy; attenzione però alle letture di fronte ai compagni.

Cambia la forma, ma la pagella è sempre quella

Alle scuole resta un certo margine di manovra in alcuni ambiti: potranno decidere per esempio sull'uso di cellulari e tablet in classe. In generale l'uso di questi dispositivi è consentito per fini personali, ad esempio registrare una lezione - ma il primo criterio dev'essere il rispetto dell'altro: se l'insegnante o un compagno non vuole essere filmato bisogna smettere senza discutere, perché ne ha tutto il diritto. Un diritto che supera quello di filmare (e non si può certo chiamare in causa il diritto di cronaca). In ogni caso ogni istituto potrà decidere liberamente, anche per una proibizione totale.

Un promemoria anche per i genitori: registrare gite e recite scolastiche va benissimo finché si tratta di uso personale, cioè rivedere il video in casa; ma per pubblicarle su Facebook e Twitter è obbligatorio il consenso di tutti quelli che compaiono, altrimenti è un illecito. Per le scuole invece è illecito pubblicare sul sito i nomi degli studenti che non hanno pagato regolarmente, un'idea che purtroppo qualche sprovveduto ha avuto la malaugurata idea di mettere in pratica. E lo stesso vale per chi accede gratis ai servizi perché la famiglia ha un basso reddito.

Dai dai, questa la mettiamo su Facebook.

Da quest'anno potrebbero diventare più comuni l'iscrizione online e la pagella elettronica. E se la scuola fa passi avanti in campo tecnologico, questi devono essere accompagnati da una rinnova attenzione alla privacy di alunni e famiglie, così come alla trasparenza delle informazioni. 

A questo proposito a qualcuno non farà piacere scoprire che i voti di compiti in classe, interrogazioni e scrutini sono informazioni pubbliche, che tutti potranno vedere sul sito della scuola. Una pessima notizia per gli alunni che in qualche modo puntavano a ingannare i genitori.

Il promemoria del Garante della privacy è prezioso per tutti, non certo solo per chi orbita intorno alla scuola. Ci ricorda infatti che la tecnologia non è solo qualcosa che rende la nostra quotidianità più piacevole, o lo studio più facile ed efficace (se ne potrebbe discutere).

Dai PC agli smartphone, non si può trascurare la quantità di dati personali che immettiamo in Rete ogni giorno e i rischi grandi e piccoli che ciò comporta. Ben venga che si prenda sul serio la questione già dalla scuola, nella speranza che in futuro avremo giovani adulti più preparati anche da questo punto di vista.