ScuolaDigitaleTIM, robotica e internet of things arrivano in classe

Il progetto di TIM, realizzato all'interno del Protocollo d'intesa sottoscritto con il Ministero dell'Istruzione mira ad avvicinare i ragazzi delle medie di 15cittàitaliane e quanti vorranno seguire la didattica online, ai temi dell'internet of things e della robotica.

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a cura di Alessandro Crea

Ha preso il via da L’Aquila ScuolaDigitaleTIM, il progetto nazionale promosso da TIM nell’ambito del protocollo d’intesa siglato con il MIUR, che avvicina i ragazzi della scuola secondaria di primo grado ai concetti chiave delle nuove tecnologie, all’Internet of Things, alla Robotica. L’iniziativa toccherà anche le città di Milano, Roma, Catania, Padova, Firenze, Napoli, Bari, Torino, Bologna, Matera, Genova, Udine, Cosenza e Cagliari.

In tutto saranno circa 3000 gli studenti dagli 11 ai 13 anni coinvolti attraverso laboratori basati sul modello di creative-learning, durante i quali i ragazzi attraverso l’uso di sensori e attuatori (motori, luci e suoni) saranno guidati nella realizzazione di piccoli prototipi elettronici e di un vero e proprio robot che, interagendo tramite Bluetooth, svelerà i principi dell’IoT e della comunicazione Machine 2 Machine.

Il corso ha l’obiettivo di stimolare la creatività e la passione degli studenti trasformandoli da fruitori di tecnologia passivi ad utilizzatori consapevoli e attivi. Parallelamente alla formazione in aula, TIM renderà disponibili sulla piattaforma scuoladigitale.tim.it. i materiali didattici, che comprendono 9 video-lezioni, card didattiche - schede stampabili a casa o consultabili su PC, tablet e smartphone, con attività pratiche - e un’area commenti moderata.

La lezione in aula, della durata di 3 ore è strutturata come segue:

  • Kick off (coding, elettronica, arte digitale): il primo contatto con Micro:bit e il sistema di sviluppo. Si impara a programmare la matrice di LED componendo pattern e usando i pulsanti A e B per l’interazione.
  • Usiamo i sensori (coding, elettronica, arte digitale): i ragazzi comandano i LED della matrice usando l’evento shake.
  • Variabili (coding, elettronica, arte digitale): si utilizza un contatore per contare gli eventi di shake.
  • Progetto (making, elettronica, arte digitale): l’obiettivo è quello di costruire un contapassi da allacciare alla caviglia. Oltre alla programmazione bisognerà pensare ad un prototipo di cavigliera che sostenga la scheda e il battery holder.
  • LED & breadboard (elettronica): si impara a usare la breadboard realizzando un circuito. I ragazzi inseriranno poi la Micro:bit nel connettore e un LED sulla breadboard, programmando la prima ad accendere e spegnere il secondo.
  • Il motore e il fotoresistore (robotica, elettronica): si connette un motore alla breadboard e lo si controlla attraverso il segnale del fotoresistore. Più luce raccoglie il sensore, più veloce gira il motore.
  • Comunicazione: si impara infine a far comunicare tra loro le Micro:bit mettendo insieme due squadre. Ad esempio usando il progetto del contapassi per comunicare il numero dei passi alla stazione ricevente che lo userà per far girare il motore o far suonare il buzzer.

Micro:bit è un microcomputer più piccolo di una carta di credito, dotato di un display di 25 LED, 2 tasti programmabili, bussola, accelerometro, sensore di temperatura, connettività Bluetooth e radiofrequenza.

Progettato dalla BBC in collaborazione con aziende leader nel campo tecnologico, il Micro:bit è uno strumento didattico innovativo, già distribuito gratuitamente in Gran Bretagna nel 2016 ad un milione di studenti di circa 11 anni per educarli alle tecnologie digitali, approdato nel 2017 anche negli altri Paesi europei e oggi , supportato da Microsoft, Google e dal MIT di Boston, divenuto standard didattico a livello mondiale.

I ragazzi potranno così divertirsi a usare la fantasia per sperimentare e creare giochi, robot, oggetti indossabili e molto di più. A conclusione del progetto sarà lanciato il contest online "Share the code", aperto a tutti gli studenti in target con l’obiettivo di raccogliere prototipi realizzati con le competenze acquisite.

La speranza è che molti si appassionino ad alcuni dei settori più promettenti del futuro, come peraltro emerso proprio da uno studio commissionato dalla BBC secondo cui ben il 90% degli studenti intervistati tra quelli che hanno avuto modo di utilizzare Micro:bit ha affermato di saper programmare e di comprenderne le logiche, mentre il 39% ha dichiarato che avrebbe scelto informatica come materia scolastica.