Se il capo dell'Agenzia italiana per il Digitale lascia dopo 8 mesi c'è da preoccuparsi?

Alessandra Poggiani, direttore dell'Agenzia italiana per il Digitale, ha deciso di lasciare l'incarico per candidarsi alle Regionali del Veneto. Piccolo giallo sulle motivazioni.

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a cura di Dario D'Elia

Il capo dell'Agid, Agenzia italiana per il Digitale, Alessandra Poggiani oggi si dimetterà dal suo incarico. Ha accettato la proposta di Alessandra Moretti a candidarsi per il PD alle prossime elezioni regionali in Veneto. La notizia potrebbe passare sottotraccia se non fosse che a molti è sembrato un colpo di spugna – a soli 8 mesi dall'assunzione dell'incarico.

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Alessandra Poggiani

Nelle ore che hanno accompagnato l'abbandono sono comparse almeno due linee di spiegazione: una ufficiale e un'altra ufficiosa. "Il motivo per cui dimetto è che ho ora l'opportunità di portare l'innovazione sul territorio, nella mia Venezia, la città a cui sento di appartenere", ha dichiarato sabato scorso Poggiani. "Perché per cambiare l'Italia non basta fare buone politiche a livello di governo se poi non le portiamo sul territorio".

Wired quasi in contemporanea ha sostenuto però che Poggiani abbia lasciato perché è "impossibile cambiare".

"Non posso cambiare le cose da sola, senza squadra. Ed è difficilissimo farlo se il digitale è ancora ritenuto una questione tecnica e non una priorità, trasversale a tutto il resto", avrebbe dichiarato al direttore Massimo Russo.

"La situazione oggettiva rende tutto complicatissimo, anche le cose più banali. Prendiamo l’anagrafe digitale: bisogna misurarsi con i comuni, il ministero dell'Interno, la Sogei, la Consip, e alla fine ti rendi conto che la stratificazione di norme e competenze è tale che tutto diventa impossibile".

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Agid

Poggiani ovviamente non ha gradito e ha twittato che le "le parole sono importanti a partire dal termine intervista".

"Rispetto è nel fatto che voglio solo provare a ridare alla mia città quello che posso. Il resto è fuffa", ha concluso il direttore dell'Agid.

In pratica pare che in questi mesi il direttore di Wired abbia scambiato più volte due chiacchiere con Alessandra Poggiani e che i contenuti di queste conversazioni abbiano portato a una sintesi poco lusinghiera per l'Agid.

"Il punto è che il digitale non si fa di soli piani ma anche di realizzazioni. Guardando avanti, occorre chiarire che cosa deve fare l'Agid e dare all'Agid i mezzi per farlo. Se si chiarisse che l'Agid è un'agenzia che deve realizzare i piani del governo, come sembrava ovvio ma non è mai stato detto in modo chiaro, ci sarebbero meno ambiguità", ha scritto Luca De Biase sulla vicenda.

"I limiti operativi sono enormi. Il compito è di grandissima importanza. Una struttura di governance più semplice è davvero urgente. Imho".

Insomma, Poggiani lascia perché legittimamente sente di poter fare qualcosa per la sua terra. L'Agenzia italiana per il Digitale troverà un nuovo timoniere, e magari Il Governo affronterà quei limiti organizzativi che sono filtrati grazie a questa vicenda.

"Il governo dà la visione e fa le strategie, il Comitato di indirizzo le trasforma in un piano operativo con la partecipazione dei vari ministeri, l'Agid le porta a compimento. È già complicato così. E di certo non occorre aggiungere altra complicazione", ha concluso De Biase.