Se il capo ti spia è una violazione accettabile

Se l'indirizzo di posta elettronica o l'account IM è fornito dall'azienda, allora il datore di lavoro ha il diritto di entrare e vedere se ci sono messaggi personali. È una violazione della privacy accettabile e coerente con la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. Lecito anche il licenziamento, se c'è un abuso.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il datore di lavoro è autorizzato a controllare i messaggi del lavoratore, se si tratta dell'indirizzo di lavoro fornito dall'azienda stessa o di strumenti comparabili. Lo ha stabilito la Corte Europea dei Diritti Umani, affermando anche se viene rilevato un abuso - per esempio uso della mail aziendale a uso personale - è lecito anche il licenziamento.

In casi simili quindi c'è, da un punto di vista legale, una violazione della privacy tollerabile. La decisione, destinata a far discutere, giunge dopo il ricorso presentato da un cittadino romeno, B. M. Barbulescu, che appunto era stato licenziato perché usava l'account Yahoo Messenger del lavoro per comunicare (anche) con la fidanzata e il fratello. Aveva chiesto il reintegro sul posto di lavoro perché il licenziamento deriva da una violazione della privacy, ma i giudici hanno deciso contro di lui.

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Secondo i giudici "non è irragionevole che un datore di lavoro voglia verificare che i dipendenti portino a termine i propri incarichi durante l'orario di lavoro". I giudici spiegano inoltre che i contenuti dei messaggi non sono stati presi in considerazione; è sufficiente la loro esistenza, tanto che in fase processuale si è fatto tutto il necessario per tutelare la privacy delle altre persone coinvolte. Confermata anche la "buona fede" del datore di lavoro: era convinto di trovare solo email professionali.  Il lavoratore, da parte sua, non avrebbe spiegato in modo convincente perché ha usato l'account aziendale per scopi personali.

Secondo i giudici di Strasburgo, quindi, le autorità rumene hanno mantenuto il giusto equilibrio tra diritto alla privacy del lavoratore e interessi dell'azienda. Si tratta di una decisione che riguarda in modo più o meno diretto tutti i paesi che hanno sottoscritto la convenzione, tra cui anche l'Italia. Significa quindi che a partire da oggi tutti i datori di lavoro hanno il diritto di intrufolarsi come e quando vogliono nei messaggi dei dipendenti? 

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