Sensore e processore immagini

Abbiamo messo a confronto la migliore compatta oggi disponibile sul mercato con la migliore bridge. Due mondi diversi con un unico fine: quello di offrire una valida alternativa alle reflex o alle mirrorless APS-C quando la portabilità e la praticità d'uso sono prioritarie rispetto alla possibilità di cambiare obiettivo.

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a cura di Tom's Hardware

Sensore e processore immagini

Uno degli aspetti che contraddistingue la G1 X Mark II è il sensore CMOS da 1,5" (pari a 18,7 x 14 mm), insolitamente grande per una compatta dato che vanta un'area ben 5,6 volte maggiore rispetto ad una macchina con sensore da 1/1.7". Tali dimensioni, in relazione ad una risoluzione effettiva di "soli" 12,8 Mpixel nel formato 3:2, lasciano intravvedere ottime prestazioni per quanto riguarda il contenimento del rumore agli alti ISO.

In realtà, la risoluzione intrinseca del sensore è di 15 Mpixel ma ne vengono usati circa 13, secondo il rapporto d'aspetto, selezionabile, che si adatta alle particolari necessità dell'utente.

La prima versione della PowerShot G1 X era in grado di registrare immagini RAW solo in formato 4:3, mentre la PowerShot G1 X Mark II è dotata di un nuovo aspect ratio che può essere selezionato fra 3:2 (lo stesso della pellicola 35 mm analogica, comunemente adottato dalle reflex) e 4:3. Durante le riprese nei rapporti 3:2 e 16:9, la fotocamera registra un file RAW in formato 3:2, mentre quando si scatta nei formati 4:3, 1:1 e 4:5, la fotocamera registra in RAW nel formato 4:3. La risoluzione corrispondente del sensore varia da 12,8 Mpixel in 3:2 a 13,1 Mpixel in 4:3. Ciò permette di mantenere lo stesso angolo di visione indipendentemente dal formato selezionato.    

Il processore d'immagine è l'ormai collaudato Canon DIGIC 6, che fornisce un 30% di dettaglio in più rispetto al precedente DIGIC 5, oltre a ridurre ulteriormente il tempo di risposta dell'otturatore, implementare la modalità Star (ripresa cieli stellati, anche in Time Lapse), aumentare la velocità di scatto in sequenza e riprendere video in Full HD a 30p in MP4. Questo formato ad alta compressione risparmia non solo spazio sulla scheda di memoria, ma migliora anche la riproduzione su dispositivi mobili rispetto al MOV.

Un'ulteriore funzionalità introdotta con il DIGIC 6 è l'MF Peaking, l'ausilio per la messa a fuoco manuale sempre più diffuso sulle fotocamere anche di fascia media, ma introdotto più di due anni fa.

Il sensore retroilluminato Sony CMOS Exmor R da 1" e ben 20,2 Mpixel effettivi è il medesimo montato sulla seconda e terza versione dell'apprezzata DSC-RX100 della stessa marca. Utilizzato anche da un altro importante costruttore per la sua linea di mirrorless, ha un'area all'incirca quattro volte superiore a quello di una compatta standard da 1/2.3", misurando 13,2 x 8,8 mm, come si può vedere dalla foto:

Le sue ottime prestazioni sono già note da tempo e continua a meravigliare l'elevatissimo pixel count, la gamma dinamica e il rapporto segnale/rumore, sempre in relazione alle dimensioni.   

Il processore d'immagine BIONZ X di nuova generazione è il medesimo impiegato sulla mirrorless full frame Sony α7, top di gamma. Si tratta di un'unità a 16 bit con uscita RAW a 14 bit. Con questo processore, i livelli di risoluzione e texture sono stati ulteriormente migliorati grazie alle più avanzate tecnologie di riproduzione dei dettagli, riduzione del rumore per aree e riduzione della diffrazione.

L'algoritmo di riduzione del rumore selettivo agisce dividendo l'immagine in zone sulla base di pattern predeterminati (come i bordi, texture e le aree colorate in modo uniforme), poi applica la riduzione del rumore più appropriata per ciascuna area per limitare notevolmente il rumore complessivo e migliorare la qualità delle immagini soprattutto agli alti ISO.  

Infine, la tecnologia di riduzione della diffrazione sopperisce, appunto, agli effetti della diffrazione che provocano una diminuzione della nitidezza al chiudere del diaframma.