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a cura di Andrea Balena

La società americana è una fitta maglia di eccessi, contraddizioni ed estreme divisioni etniche, e queste in particolare sono uno dei principali problemi che gli Stati Uniti si portano sul groppone sin dalla tratta degli schiavi ottocentesca. Anche se nel corso dello scorso secolo sono stati fatti enormi passi per l'integrazione e il riconoscimento, le tensioni. Basti pensare all'ondata di proteste dei Black Lives Matter che hanno trovato nella sparatoria avvenuta a Ferguson in Missouri, la miccia che ha fatto esplodere nuovamente la bomba.

Dopo qualche anno tali eventi appartengono al passato recente, ma a livello culturale il cinema e la televisione continuano a tenerli vivi nelle menti degli spettatori. Netflix in particolare ha realizzato e rilasciato da poco Seven Seconds, un thriller giudiziario creato da Veena Sud, l'autrice di altri apprezzati show come Cold Case e The Killing. Lo show inscena una situazione simile agli eventi sopracitati, ma li rende ancora più ambigui e confusi, specialmente nel voler definire chi siano i buoni e chi i cattivi. Perché il vero crimine alla base della vicenda non è l'odio razziale, quanto piuttosto l'indifferenza.

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Lo si vede sin dal principio, quando un agente di polizia investe accidentalmente Brenton Butler, un ragazzo di colore in bici durante una tempesta di neve. Invece di soccorrerlo, lo lascia agonizzante in un fosso per 12 ore con la complicità dei suoi colleghi, dando il via a una catena di eventi che toccano l'intera comunità del ghetto, ne fanno uscire la rabbia repressa verso le forze dell'ordine e causano il lungo dramma della famiglia di Brenton dilaniata dagli eventi e la disperata ricerca dei legali incaricati nel risolvere il caso, fino all'inevitabile - ma non scontata - conclusione.

Seven Seconds racconta egregiamente un caso giudiziario disperato, nel quale si riversano tutte le speranze di una comunità alla ricerca di giustizia: i genitori di Brenton, devoti religiosi, che affrontano il lutto con rabbia e con il rammarico di non aver mai compreso il figlio; lo zio Seth appena tornato dal servizio militare che non riesce più ad integrarsi nella realtà di Jersey City; e soprattutto quello della procuratrice Harper, che annega nell'alcol i fantasmi del suo passato. Risolvere l'omicidio del ragazzo diventa una prerogativa per tutti questi personaggi non solo per ottenere giustizia, ma anche per riacquistare il proprio equilibrio infranto.

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Anche dall'altra parte della barricata, più precisamente nel distretto di polizia, incontriamo personaggi interessanti e altrettanti complicati. A partire dal detective assegnato d'ufficio alla procuratrice, il goliardico Fish, che nasconde una vita familiare disastrata, fino alla banda dei poliziotti corrotti, gli uomini delle forze dell'ordine non ci fanno una bella figura in questo serial. La sceneggiatura non cade però nella banalizzazione della loro cattiveria, anzi: i quattro sono dipinti come frutto di abusi infantili e traumi, ma che conservano ancora un briciolo di umanità e di rimorso.

Nessuno è realmente buono o cattivo in questo show, con forse la sola eccezione della vittima, che viene fin da subito osteggiata e criticata dei media per la sua presunta affiliazione a una gang di strada. L'autrice ha lavorato sotto questo aspetto, mostrando come l'informazione sia un'arma a doppio taglio con cui manovrare l'immagine di un evento o addirittura di una persona deceduta. Si discute addirittura su quanto valga la vita di un ragazzo già "bruciato" nel mondo del crimine.

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La storia mantiene il suo tono disperato e sofferto fino alla fine, quando ci ritroviamo nell'ultima parte della stagione in un'aula di tribunale, ad assistere all'estenuante resa dei conti. I nodi vengono al pettine, amicizie infrante e crimini mai puniti. Veena Sud, seppur non la perfezione nei ritmi e nelle immagini, costruisce un intreccio che sa scuotere lo spettatore per la brutalità di tematiche e scene proposte, spesso a malapena accennandole nell'inquadratura.

Le follie e gli assurdità di cui è infarcito il sistema giudiziario americano narrate si fermano a un finale che lascia l'amaro in bocca chiunque, nonostante sia in un certo modo risolutivo. Molte questioni sono state ignorate, e gli stessi protagonisti si portano sulle spalle nuovi pesi con cui dovranno imparare a convivere. E noi rimaniamo appesi come loro, visto che al momento in cui scrivo lo show sembra essere auto-conclusivo.


Tom's Consiglia

Se lo stile narrativo della serie vi interessa, potete recuperare l'intera serie di The Killing in Blu-Ray.

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