Si difende la privacy di un criminale invece delle vittime?

Le indagini sull'attentato di San Bernardino hanno coinvolto Apple, a cui un giudice ha chiesto aiuto per leggere i dati sull'iPhone 5c dell'assassino. La società si è pubblicamente opposta, e la vicenda è ora sotto i riflettori. Proviamo a spiegarne gli aspetti principali.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Si difende la privacy di un criminale invece delle vittime?

In molti hanno commentato che Apple sta difendendo la privacy di un assassino. In breve: non è così. Tim Cook mette davanti a tutti gli interessi dell'azienda che dirige, come ci si dovrebbe aspettare da chiunque faccia l'amministratore delegato.

In una vicenda tanto emotiva come questa si rischia però di perdere il giudizio: Apple in passato ha sempre collaborato con le autorità, e non c'è ragione di pensare che voglia deliberatamente ostacolare questa specifica indagine.

Privacy in rete Guida alluso

Stanno tuttavia considerando una decisione che, secondo loro almeno, può potenzialmente influenzare la vita di milioni di persone oneste - gli altri clienti Apple. È del tutto normale che abbiano delle remore a soddisfare la richiesta. Anche se il firmware modificato dovesse davvero rivelarsi uno strumento "usa e getta" per un solo telefono, resterebbe il tema del precedente legale.

La crittografia è importante per me come consumatore e per la mia privacy?

La maggior parte dei consumatori non ha idea di cosa sia la crittografia, ma sa benissimo cosa succede se qualcuno mette le mani sulle nostre informazioni digitali.

La crittografia è quella cosa che impedisce a un ladro qualsiasi di sbloccare lo smartphone rubato e vedere cosa c'è dentro: rubrica, accesso a Facebook, applicazioni bancarie, Dropbox, fotografia … la lista di cose che non vorremmo vedere nelle mani altrui è virtualmente infinita.