Si rischia l'11 settembre digitale con le banche dati italiane

Il presidente dell'Autorità per la protezione dei dati personali Soro ha lanciato l'allarme per le banche dati italiane: non sono sicure.

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a cura di Dario D'Elia

Il Presidente dell'Autorità per la protezione dei dati personali ha lanciato l'allarme sulle banche dati italiane. "Abbiamo a disposizione ricerche recenti e autorevoli sullo stato dell'arte, diciamo così, delle banche dati italiane di comuni, ASL, Regioni, ma anche banche dati centrali, che rivelano uno standard di protezione assolutamente insufficiente".

11 settembre

11 settembre digitale per l'Italia?

Così ha dichiarato Antonello Soro stamani intervenendo al programma "Voci del mattino" su Radio1 Rai. Il rischio sollevato dal garante è di ritrovarsi con situazioni di emergenza difficili da gestire. "Il crimine organizzato e il terrorismo, sempre di più si avvalgono di queste banche dati, di questo patrimonio informatico", ha aggiunto.

"Per cui se vogliamo evitare un 11 settembre digitale dobbiamo evitare quelle raccolte indiscriminate e massicce di informazioni che rischiano di essere ingestibili e attaccabili dagli hacker".   

La questione di fondo è che bisogna individuare un giusto equilibrio tra la protezione della privacy e il diritto alla sicurezza. Fermo restando il fatto, secondo Soro, che i servizi segreti e gli organi di polizia possano continuare a svolgere le loro attività. In ogni caso la priorità è proteggere ogni dato raccolto. 

"Dobbiamo superare anche un problema culturale. La nostra vita si è trasferita molto nella dimensione digitale, pertanto la protezione dei dati diventa il presupposto della tutela di tutti gli altri diritti", ha aggiunto il presidente.