SIAE criticata dagli stessi autori ed editori

SIAE è oggetto di critiche da parte delle più importanti associazioni di editori e autori. Il suo debito ormai sfiora gli 800 milioni di euro. L'attuale dirigenza sembra responsabile di un tracollo non solo economico ma anche etico.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

La SIAE, che dovrebbe curare gli interessi degli editori e autori, è sotto attacco dagli stessi associati. FEM (editori musicali), ANEM (editori musicali nazionali) e FA (autori) hanno redatto una lettera piuttosto infuocata, riportata dal Corriere della Sera.

La SIAE di ieri

"Chi negli ultimi anni ha gestito la SIAE, grazie ad una solida maggioranza sia in Assemblea che in Cda, ha inesorabilmente smantellato la Società sia in termini economici che in termini etici", si legge nel documento. Un assalto frontale che trova conferma nel bilancio passivo della SIAE "frutto di decisioni, delibere, stanziamenti di risorse che da una parte hanno eroso le finanze della società e dall'altra non hanno portato nessun miglioramento in termini di qualità e di efficienza".

Sebbene la SIAE sia "la più costosa tra le società di collecting europee" i bilanci non sembrano stare in piedi. E dire che negli anni abbiamo scoperto quanto le fruttino i bollini e dovuto subire anche la recente tassa sull'elettronica (Tassa sull'elettronica, per SIAE ecco 300 milioni). 

"A fronte di un maggiore costo per gli autori e gli editori (per tutti, dai più grandi ai più piccoli), vanta la peggiore performance in termini di servizi e una maggiore lentezza nelle ripartizioni. SIAE ha un debito verso gli associati autori e editori che raggiunge cifre da manovra finanziaria, circa 800 milioni di euro, una cifra enorme se comparata con il debito che hanno le altre società europee", continua la lettera.

Insomma non solo mancherebbero proposte adeguate, ma bisogna anche "registrare delle farneticanti affermazioni sugli editori ricchi e sulle multinazionali che vorrebbero distruggere la SIAE e la cultura Italiana". 

Il problema di fondo è sempre lo stesso: gli operatori del settore non possono più sopportare che i " loro diritti siano calpestati quotidianamente da chi ha fatto della SIAE un proprio territorio di caccia fatto di clientele".

"Noi vogliamo credere che questo tentativo grossolano di mettere le mani sui diritti degli altri non potrà passare, che tutti, autori, editori, lavoratori della SIAE, Organi Vigilanti e chiunque abbia davvero a cuore la tutela dell'industria culturale Italiana, sapranno trovare una strada comune per proteggere la SIAE e avviare un serio piano di rilancio che permetta alla Società degli Autori e degli Editori di competere con le altre società di collecting europee sul piano dell'efficienza, della modernità e della reale tutela del patrimonio culturale del nostro paese", così conclude la lettera.

(Fonte: Corriere della Sera)