SIAE ed equo compenso: illegittimità imperiale

La SIAE esenta gli operatori professionali dal pagamento dell'equo compenso, ma senza alcuna legittimità e imponendo una procedura burocratica. Non solo la legge è chiara al riguardo ma non si potrebbero discriminare le categorie.

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a cura di Dario D'Elia

La SIAE ha deciso di concedere agli acquirenti professionali di CD-R e DVD-R di essere esentati dal pagamento dell'equo compenso, ma secondo gli esperti si tratterebbe di un abuso. "Le parti convengono di esentare dal pagamento del compenso di copia privata i supporti vergini (CD-R e DVD-R), di cui al punto 2.1, che l'impresa acquisterà e cederà a soggetti pubblici o privati che utilizzano tali supporti per l'attività di diagnostica medica strumentale o a distributori in possesso del certificato rilasciato dalla SIAE di cui al successivo punto 4 del presente protocollo", si legge nel nuovo regolamento SIAE.

Il Commissario Straordinario SIAE Gian Luigi Rondi

Ebbene, secondo l'avvocato IT Guido Scorza l'azione della SIAE sarebbe illegittima. "È la legge – e prima ancora la disciplina europea – a stabilire che nessun compenso può essere preteso per la compravendita di supporti destinati ad un uso professionale ed è SIAE che, arrogandosi un potere attribuitole da un atto amministrativo illegittimo ovvero dal famigerato Decreto Bondi, finge di riconoscere la grazia agli operatori del settore e, ipocritamente maschera un edictum principis sotto le mentite spoglie del protocollo d'intesa e, dunque, dell'accordo negoziale", scrive l'esperto di diritto digitale sulla testata Leggi Oggi.

Senza contare che l'attuale regolamento sembra limitare l'esenzione ai soli operatori del settore medicale, quando invece la legge pare non discrimina le attività. "È un ennesimo abuso al quale, tuttavia, chi volesse piegarsi facendo di necessità virtù ed in attesa che giustizia sia resa, dovrà seguire le istruzioni disponibili sul sito della SIAE e richiedere un inutile certificazione a quest'ultima", continua Scorza.

"Ancora una soluzione all'italiana: si impone ad un imprenditore di farsi certificare da un ente pubblico economico portatore di un interesse configgente per poter accordargli niente di più che l'esercizio di un proprio diritto". 

E mentre la SIAE gioca con i regolamenti, in Europa si discute sulla legittimità della disciplina sull'equo compenso per copia privata e il TAR del Lazio si appresta a ufficializzare l'illegittimità (fra qualche settimane sarà reso noto l'esito) dello storico Decreto Bondi (Governo, più tasse su elettronica e supporti ottici).

La nota finale a mio parere non può che riguardare l'Antitrust: favorire una tipologia di supporti ottici, invece che altri, può essere considerata un'azione distorsiva per il mercato?