SIAE si accorda con Soundreef: pace nel mondo del diritto d'autore

SIAE, Soundreef e LEA hanno raggiunto un accordo per la gestione delle licenze musicali.

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a cura di Dario D'Elia

A distanza di quasi due anni dalla liberalizzazione del mercato dell’intermediazione dei diritti d’autore finalmente SIAE e Soundreef hanno siglato la pax. Bisognerà attendere il parere dell'Antitrust ma la sostanza è che l'ex monopolista e l'unico vero concorrente del mercato italiano hanno trovato un accordo che dovrebbe consentire ai titolari dei diritti maggiore chiarezza operativa e tranquillità. 

"SIAE riconosce che gli utilizzatori di musica italiani dovranno perfezionare una licenza integrativa a quella di SIAE anche con LEA (anche per conto di Soundreef ltd) ove l’utilizzatore suonasse repertorio di quest’ultima e che quindi il pagamento della licenza SIAE non è più esaustivo rispetto all’utilizzo di musica", si legge nella nota ufficiale SIAE.

In pratica lo scenario si complica perché si sarà costretti a siglare un accordo con SIAE – questo non cambia – e nel caso anche con LEA. Il problema è che non è chiaro quale sarà il costo finale: la somma delle due licenze richiederà un esborso analogo a quello attuale o superiore? La risposta si avrà entro i prossimi 10 giorni, quando verrà diffuso il regolamento concordato dalle parti.

Ad ogni modo ciascun ente di intermediazione dei diritti d’autore "amministrerà esclusivamente la quota parte dei diritti d’autore a esso affidato in gestione dal titolare dei diritti con esclusione, pertanto, dell’applicazione di qualsivoglia regola sulla comunione dei diritti sulla singola opera e a prescindere da qualsivoglia eventuale intesa tra editori e autori".

Infine SIAE, LEA e Soundreef rinunceranno a tutte le cause pendenti. "Entro il 30 giugno 2019, le Parti modificheranno i propri Statuti e/o Regolamenti e/o la propria modulistica allo scopo di recepire il contenuto dell’intervenuto accordo", conclude la nota.

Da ricordare infine che SIAE proprio lo scorso autunno è stata sanzionata dall'Antitrust per abuso di posizione dominante.