Sigaretta elettronica alla sbarra: primi divieti

Il Consiglio Superiore di Sanità consiglia di vietare l'uso delle sigarette elettroniche nelle scuole e regolamentare la pubblicità. Il Governo deciderà se legiferare al riguardo ma la sensazione è che si voglia seguire l'esempio francese.

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a cura di Dario D'Elia

Il Consiglio Superiore di Sanità (CSS) ha consigliato il divieto d'uso delle sigarette elettroniche nelle scuole. Si avvicina così la regolamentazione delle e-cig, e probabilmente il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, seguirà l'esempio francese.

Fra i suggerimenti del CSS anche la regolamentazione della pubblicità, oggi piuttosto aggressiva e diffusa, nonché l'obbligo per i produttori di ricariche di adottare chiusure di sicurezza a prova di bambino. Viene sconsigliato anche l'uso della sigaretta elettronica durante la gravidanza e l'allattamento.

e-cig

In ogni caso sarà il Governo ad avere l'ultima parola sull'argomento, stabilendo se sia il caso o meno di legiferare al riguardo. Il Consiglio Superiore di Sanità però è stato chiaro: "svapare" la nicotina è come fumare, quindi bisognerebbe adottare le analoghe accortezze che si hanno per il tabacco. Della stessa opinione il Codacons che vorrebbe una diffusa analisi dei liquidi "al fine di eliminare ogni rischio di diffusione di sostanze tossiche e/o nocive per la salute umana e per l'ambiente".

Anche in Francia si è scelta di seguire questa strada: il ministro francese della Sanità Marisol Touraine ha vietato le e-cig nei luoghi pubblici. Lo studio di Bertrand Dautzenberg, professore di Pneumologia dell'Università Pierre et Marie Curie di Parigi, avrebbe confermato infatti una minima nocività dell'e-cig. Insomma, meglio delle bionde ma la nicotina c'è comunque. Senza contare il cattivo esempio del gesto.

Intanto le ultime stime dell'Istituto superiore di Sanità e Doxa confermerebbero almeno 500.000 fumatori di e-cig con nicotina. Alcuni non si fanno mancare nulla (circa il 22%): passano dall'elettronica alla tradizionale e viceversa per variare. Il problema più grande però riguarda i giovani nella fascia d'età 15-24 anni: quelli che svapano sono il doppio rispetto a quelli che fumano.

e-pipe

Per quanto riguarda l'uso dell'e-cig per smettere con il vizio pare che oggi ci siano riusciti solo il 10%. Il 60% sta riducendo il fumo delle sigarette tradizionali.

Il dibattito sull'argomento è caldo. Da una parte i fumatori/svapatori che condizionati dal vizio non rilevano più anomalie nel loro comportamento - che rimane una tossicodipendenza - dall'altra gli integralisti della Salute. In linea di massima sarebbe bene riconoscere che esiste uno spazio pubblico dove non dovrebbero essere osservati comportamenti nocivi e devianti per il prossimo.

Probabilmente i rischi da fumo passivo generati dalle e-cig sono praticamente inesistenti, ma il messaggio che veicolano con il loro uso non è positivo. Sono uno strumento per tenere a bada la dipendenza di nicotina, non certo qualcosa di salubre.

Gli spazi pubblici come le scuole o gli ospedali dovrebbero certamente essere salvaguardati. Come ci si dovrebbe preoccupare della qualità del contenuto delle ricariche. Il cinico potrebbe pensare alla borsa: non è che domani tutti questi svapatori ce li troviamo sul conto della Sanità Pubblica per qualche strana patologia?