Sigarette elettroniche salvate dalla super mega tassa

Il TAR del Lazio ha sospeso l'imposta del del 58,5% che avrebbe colpito le sigarette elettroniche e le ricariche. Deciderà la Corte Costituzionale sulla legittimità delle norme.

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a cura di Dario D'Elia

Le sigarette elettroniche e gli accessori correlati sono stati salvati in extremis dalla tassazione del 58,5%. Il TAR del Lazio ha fatto tirare un sospiro di sollievo all'intero settore, confermando la sospensione cautelare dell'imposta. Vi sarebbero anche "profili di irragionevolezza" nei vecchi decreti del ministero dell'Economia e la circolare dei Monopoli. Dovrà decidere insomma la Corte Costituzionale.

In pratica il TAR ha accolto il ricorso dei produttori di ricariche, congelando anche quel sistema di autorizzazione che tentava di equiparare produzione e distribuzione e-cig al mercato delle sigarette tradizionali – quanto a sicurezza.

E-cig

"Con una tassa del 58,5% sul prezzo di vendita, sopra l'IVA, è palesemente impossibile far funzionare la filiera di approvvigionamento. I margini calerebbero di oltre il 70%, mandando produttori, grossisti e negozianti sotto il punto di pareggio. Chiuderanno centinaia di aziende, migliaia di negozi. Mentre fiorirà immediatamente il contrabbando. Il tutto mentre i nostri competitor oltre confine continuano indisturbati la loro attività", ha spiegato a Tom's Hardware il presidente di SET Srl Umberto Roccatti, l'azienda proprietaria del marchio leader Puff.

Per ora questo intervento del TAR è considerato una vittoria dall'industria, nella speranza che possa essere aperto al più presto un tavolo di trattativa con il governo. Anche perché bisogna ricordare, come ripete la Federazione italiana tabaccai, che le bionde sono tassate al 74% mentre le e-cig al 22%.

"Giustizia è stata fatta. Uccidendo la nostra realtà in Italia, non avremmo più avuto modo di investire in ricerca e sviluppo, mentre adesso ripartiremo con un piano di crescita internazionale estremamente ambizioso", ha concluso Roccatti.