Silk Road, il mercato nero online più grande del mondo

Su Silk Road si possono trovare droghe, pornografia estrema, strumenti di hacking e altri prodotti vietati. L'accesso però è complicato poiché si basa sulla tecnologia Tor, The Onion Router. Si tratta insomma di dark Web, un mondo che tiene molto alla riservatezza.

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a cura di Dario D'Elia

Porno estremo, droghe, hardware per l'hacking e quant'altro si possono trovare tranquillamente su Silk Road, forse il più grande mercato nero digitale del mondo. Giorni fa La Repubblica ha svelato quello che il mondo underground conosce da tempo: il dark Web di Tor (The Onion Router). Si tratta di una dimensione della Rete che non viene indicizzata dai motori di ricerca ed è esclusivamente accessibile tramite specifiche applicazioni che rendono anonima ogni operazione.

Insomma una vera e propria dimensione parallela difficilmente valutabile nelle dimensioni e nella potenziale pericolosità. Non a caso il progetto Tor nasce grazie ai finanziamenti dello US Naval Research Laboratory, che probabilmente aveva in mente qualcosa di più delle classiche comunicazioni protette. Resta il fatto che oggi questa rete (a cipolla, .onion) è utilizzata da istituzioni che si battono per le libertà digitali ma anche da terroristi, trafficanti e pedofili. 

Silk Road

Una volta istallato il software e scritto l'indirizzo giusto, che ovviamente è frutto di passaparola, magari tramite canali IRC e altro, si può raggiungere Silk Road, ovvero l'anonymous marketplace. Ecco quindi una ventina di categorie che offrono droghe, libri, foto, video, prodotti contraffatti, hardware, etc. Qui ormai pare bandito ogni commercio "che possa fare del male agli altri", nel dark Web - e quindi su altri siti - pare si possano trovare pornografia pedofila, progetti per realizzare bombe in casa e altre cosette. Non a caso a ottobre Anonymous si è accanita proprio contro Lolita City, considerato da molti come uno dei peggiori siti del settore.

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Ma come funzionano le transazioni in questo mondo? Non certo in valuta normale bensì in bitcoin. Si tratta di monete virtuali basate su un algoritmo inventato nel 2009 dal giapponese Satoshi Nakamoto. Ogni bitcoin vale circa 3,8 euro. Pensare di sfruttare questo sistema per tracciare ciò che avviene su Silk Road è comunque impossibile: ogni scambio è accompagnato da una serie di operazioni false per confondere i server bitcoin. Insomma non si può risalire a venditori e compratori. Benvenuti a Silk Road.