Smartphone flessibili come origami, la rivoluzione si avvicina

Un gruppo di ricercatori ha presentato sei prototipi di dispositivi mobili che si possono modellare come origami, per meglio adattarsi al tipo di applicazione che si sta usando. Le evoluzioni sono interessanti, ma per realizzare prodotti veri servono batterie, schermi e circuiti flessibili.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Smartphone flessibili, che cambiano forma a seconda delle esigenze e che tornano sempre alla forma originale, senza danni. È a questo che stanno lavorando alcuni scienziati dell'università di Bristol e del DFKI Saarbrücken, che hanno creato sei prototipi al fine di testare diversi materiali, fra cui DEAP (Dielectric Electro Active Polymers) e SMA (Shape Memory Alloy).

Smartphone come origami

I DEAP sono materiali plastici che cambiano forma quando vengono "schiacciati" in un campo elettrico creato tra due elettrodi. Hanno elevata granularità e flessibilità, ma limitata curvatura. Gli SMA sono invece materiali metallici che possono essere modellati per poi tornare alla loro forma originale quando riscaldati. Consentono di ottenere un variegato numero di curvature a una buona velocità.

Si parla dei cosiddetti "Morphee", ossia telefonini e prodotti mobili in generale che si possono piegare, torcere, aprire come un fiore e poi richiudere, per rispondere a diversi tipi d'uso. La ricerca sarà presentata al CHI 2013 di questa settimana e ruota attorno al concetto di "risoluzione di forma" e al modello geometrico "Non-Uniform Rational B-spline" (NURBS) che prevede la trasformazione della forma originaria in altre 10 differenti.

"Per esempio, quando si avvia un gioco, si può dare al dispositivo mobile la forma di una console arricciando i lati corti per ottenere una migliore impugnatura con due mani" scrivono i ricercatori. Le caratteristiche previse dal modello NURBS prevedono sia la possibilità di piegare il dispositivo come un origami, sia di fletterlo per ottenere le forme che vedete negli schemi riportati qui sotto.

10 forme possibili

Anche se nessuno dei prototipi realizzati si evolve in tutte le dieci forme illustrate, almeno due hanno la capacità di torcersi nelle mani degli utenti grazie ai materiali impiegati. Uno sfrutta sezioni triangolari unite da leghe a memoria di forma che gli consentono di aprirsi e richiudersi come i petali di un fiore in funzione di quello che viene visualizzato sullo schermo. Il secondo prototipo si può invece curvare per formare impugnature quando si avvia un gioco.

Il responsabile della ricerca Anne Roudaut ha spiegato che "nella vita di tutti i giorni interagiamo con prodotti di diverse forme che ci indicano implicitamente come devono essere usati. Pensate per esempio a una maniglia. I cellulari sono solo rettangolari, non si adattano alle funzioni che svolgono".

"Nei laboratori di ricerca ci sono un sacco di materiali interessanti di cui non conosciamo tutte le possibili applicazioni. Lo studio ne ha coinvolti alcuni che cambiano forma, si espandono o si restringono applicando una tensione" ha proseguito.

Come ha precisato Roudaut, il problema è che per fabbricare dispositivi davvero flessibili serve più di un involucro modellabile: bisogna lavorare a schermi e batterie flessibili, e a circuiti dotati almeno di punti di flessibilità per fare che questi interessantissimi esperimenti si concretizzino.