Sole 24 Ore online a pagamento, crollo degli accessi

Secondo quanto riporta la testata AffariItaliani il progetto online de Il Sole 24 Ore si starebbe dimostrando un flop. La lettura a pagamento su Interne allontana utenti e alla lunga inserzionisti. Intanto grazie al giornalista Nicola Borzi svelati nuovi retroscena.

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a cura di Dario D'Elia

Il Sole 24 Ore, il quotidiano storico di Confindustria, ha appena scoperto che rendere il proprio sito Web a pagamento potrebbe non essere stata una buona idea. Stando a quanto riporta la testata AffariItaliani, se il restyling di maggio aveva fatto crescere la raccolta pubblicitaria, l'obbligo di abbonamento di giugno ha prodotto il crollo degli accessi Web e la fuga di alcuni inserzionisti.

Il sito de Il Sole 24 Ore

Ecco quindi la scelta di correre ai ripari e rendere qualche area in più del sito totalmente gratuita. Il problema però rimane: il modello di business basato su abbonamenti è rischiosissimo. E lo è ancor di più se, come sostiene sempre AffariItaliani, le vendite del quotidiano sono in trend negativo.

È interessante rilevare però qualche retroscena che permette di comprendere cosa stia succedendo nelle redazioni. Nicola Borzi, giornalista del Sole 24 Ore nonché membro del consiglio di Redazione, ha deciso di svelare qualcosa che già tutti (noi addetti ai lavori) sapevamo.

"Sono certo - perché me l'hanno confermato personalmente anche poche ore fa - che i colleghi del Comitato di Redazione condividono se non la forma, di certo ma la sostanza di quanto io ho espresso in merito al problema dei contenuti e del new journalism che sta prendendo piede", scrive Borzi nella sua lettera di commiato.

"Un new journalism che consiste nel prendere un articolo del Washington Post, tradurlo (senza citarlo), tagliare qualche riga dove si parla delle sanzioni subite da un generale per le opinioni espresse in modo troppo rude, prendere queste opinioni (da Wikiquote, senza citare la fonte) e poi firmare il tutto e sbatterlo non solo sul nostro sito, ma anche - dopo - sul quotidiano. Un lavoro che a casa mia, in altri tempi, si sarebbe potuto definire farsi inviato con le piume altrui".

Ovviamente non manca la chicca finale, per la felicità di inserzionisti e responsabili del canale Web. "[…] in un giornale in cui sempre il direttore sostiene davanti al Comitato di Redazione che non sono i contatti attuali del sito Internet a essere in calo, ma sono quelli del passato a essere stati gonfiati dalla presenza di due bug che moltiplicavano i click su alcune sezione del portale (affermazione che attende ancora di essere dimostrata e che, se vera, configurerebbe svariate ipotesi non proprio edificanti nei confronti, ad esempio, degli inserzionisti pubblicitari)", scrive ancora Borzi.

È evidente che si tratta di una querelle interna al quotidiano, ma anche un chiaro esempio di quanto la carta stampata sia in difficoltà nel rapportarsi con le nuove tecnologie.