Sony cede alle minacce e hacking, ritira The Interview

Sony Pictures Enterntainment rinuncia a distribuire The Interview, un film di aspra critica contro il regime della Corea del Nord. L'azienda ha subito attacchi informatici devastanti e minacce di attentati terroristici, non molto credibili secondo le autorità.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Sony ha deciso di ritirare il film "The Interview", cedendo così alle pressioni degli criminali informatici che recentemente hanno attaccato l'azienda e pubblicato molto materiale riservato, compresi film completi, copioni, messaggi email e dati dei dipendenti. Non solo cyberattacchi però: qualcuno ha anche minacciato di colpire con veri e propri attacchi terroristici i cinema che avessero messo il film in programmazione.

Un'operazione senza precedenti dietro alla quale c'è quasi certamente la Corea del Nord, manca solo una conferma ufficiale. Il film è infatti un pezzo di satira diretto a Kim Jong Un; racconta di due giornalisti che entrano nel Paese asiatico per un documentario con la missione segreta di uccidere il dittatore.  

the interview trailer

"The Interview" sarebbe dovuto uscire al cinema il 25 dicembre, e a questo punto si ipotizza che sarà distribuito direttamente in home video - ma secondo alcuni sarà semplicemente chiuso in un cassetto per sempre. Parallelamente è stata cancellata la produzione di un altro film ambientato in Corea del Nord.

"Sony Pictures", recita la nota ufficiale, "è stata vittima di un attacco criminale senza precedenti contro i nostri lavoratori, i nostri clienti e il nostro business. Chi ci ha attaccato (lo ha fatto) apparentemente per ostacolare la pubblicazione di un film che non apprezza. Siamo accanto ai nostri filmmaker e sosteniamo il loro diritto alla libera espressione". E meno male, chissà cosa avrebbero fatto in caso contrario, viene da chiedersi.  

the interview michael moore

La sicurezza nazionale USA (Homeland Security) aveva però affermato che non c'erano segnali credibili riguardo a possibili attacchi vincolati alla pubblicazione del film. Anche per questo Sony è stata raggiunta da molte critiche da parte di persone che lavorano nel mondo dello spettacolo.

L'impressione di molti è che Sony abbia ceduto a minacce anonime e poco credibili. Certo, l'attacco informatico è stato reale e il danno ammonta a milioni di dollari. Ma nulla permette di supporre, tuttavia, che gli autori siano anche in grado di piazzare bombe nei cinema. Si è fatto sentire persino Mitt Romney, che suggerisce a Sony di distribuire "The Interview" gratuitamente online, chiedendo al massimo una donazione da devolvere in beneficienza.

the interview mitt romney

In generale Sony è accusata di codardia, di aver ceduto proprio a quelle minacce che dovrebbero suscitare invece la più solida delle resistenze. D'altra parte parliamo di un'azienda che negli ultimi anni è stata praticamente crivellata da attacchi di ogni genere, dai tempi della prima enorme violazione al PlayStation Network.

La risposta di Sony a questa incredibile situazione, tra l'altro, non si ferma a "The Interview". In preda al panico, infatti, i dirigenti hanno riportato gli uffici negli anni 90: per paura degli attacchi informatici le comunicazioni elettroniche sono state ridotte al minimo indispensabile, e dalle cantine sono stati riesumati fax e stampanti. Alcuni dipendenti hanno anche denunciato Sony Pictures Enternainment (SPE), mentre agli altri l'azienda ha offerto gratuitamente servizi di sicurezza informatica per la protezione dell'identità online.

Chiunque abbia attaccato e minacciato Sony ha quindi ottenuto il proprio scopo, almeno per il momento. Ma sarà probabilmente una vittoria di Pirro, perché con tutto questo rumore saranno in parecchi ormai a voler vedere The Interview, anche chi non ne aveva mai sentito parlare. Anzi, qualche vecchia copia è già in circolazione come torrent, e di sicuro presto arriveranno anche le versioni di alta qualità. Dopodiché chi ha attaccato Sony potrà divertirsi nel tentativo di bloccare un contenuto scambiato via P2P.