Sony, Hitachi e Toshiba insieme per gli schermi LCD

Nel 2012 si completerà la creazione di una NewCo, provvisoriamente chiamata Japan Display, che unirà le forze di Sony, Hitachi e Toshiba. Si parla di 2 miliardi di dollari di investimento per rispondere alle esigenze del mercato LCD degli smartphone e tablet.

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a cura di Dario D'Elia

Sony, Hitachi e Toshiba hanno siglato un accordo per condividere le attività industriali nel settore degli schermi LCD per smartphone e tablet. Con la collaborazione di Innovation Network Corporation of Japan (INCJ) hanno firmato un memorandum di intenti che dalla primavera del 2012 dovrebbe consentire a una nuova entità (NewCo), provvisoriamente chiamata Japan Display, di rispondere alle esigenze del settore LCD di medie e piccole dimensioni. Si parla di 200 miliardi di yen di investimento, quindi circa 2 miliardi di dollari. Ovviamente l'operazione richiederà il beneplacito delle istituzioni antitrust.

Display per smartphone

INCJ, che di fatto è una società misto pubblico-privato per promuovere l'innovazione giapponese, probabilmente deterrà il 70% delle azioni e il diritto di voto, mentre Hitachi, Sony e Toshiba manterranno rispettivamente il 10% di share.

In pratica la NewCo utilizzerà le migliori tecnologie di ogni partner e stabilirà nuove linee produttive - senza contare l'ottimizzazione delle esistenti in un'ottica del contenimento dei costi.

Lo sviluppo congiunto però è un altro obiettivo chiave: si parla sopratutto per il medio e lungo termine di tecnologie OLED.

"La nuova azienda, che integrerà le tecnologie, le competenze e le risorse delle tre aziende, dispone delle necessarie capacità per offrire prodotti ad alto valore aggiunto per rispondere alle esigenze dei clienti, attraverso lo sviluppo di tecnologie per display all'avanguardia", ha dichiarato Hiroaki Nakanishi, il presidente di Hitachi. "Credo che la NewCo soddisferà totalmente i clienti e diventerà leader nel mercato globale".

Questa mossa potrebbe dare una scossa al mercato dei display di fascia alta, sopratutto considerando che nel settore di medie e piccole dimensioni la competizione ormai si riduce a un confronto tra aziende coreane e giapponesi. Le cinesi vorrebbero entrarvi ma mancano ancora di know-how adeguato; anche in questo caso è solo una questione di tempo per colmare il gap.