Sul campo

Recensione - Test completo della Sony Cyber-Shot DSC-RX100, compatta con sensore da 1 pollice e ottica Zeiss f/1.8. Luci e ombre di un prodotto ambizioso: tutto quello che dovreste sapere prima di sborsare i 650 euro di listino.

Avatar di Tom's Hardware

a cura di Tom's Hardware

Sul campo

La RX100 offre ovviamente i programmi di scatto creativi PASM, e va sottolineato come tali programmi siano qui effettivamente usabili: al contrario di come accade per molte compatte entry-level, spesso bloccate a 3 valori pre-impostati di apertura, qui si può infatti arrivare a f/11 in passi da 1/3 di stop.

A fianco dei programmi PASM troviamo due modalità automatiche iAuto e iAuto+, una modalità specifica per filmati, una per i panorami e l'immancabile modalità Scene, che include una dozzina di preset tra cui quell' Alti ISO che consente alla fotocamera di andare oltre i 6400 ISO equivalenti per le scene notturne. Per inciso, il programma funziona incredibilmente bene, restituendo scene equilibrate anche in condizioni di quasi totale oscurità, e privilegiando per quanto possibile la qualità - supera i 6400 ISO solo quando è davvero necessario.  

Ridotto lo spazio per le mani, con un'impugnatura di fatto inesistente che affida la presa a un piccolo appoggio in gomma per il pollice. Obbligatorio utilizzare la seconda mano e, se si utilizzano pollice e indice della mano sinistra sul lato opposto al pulsante di scatto, bisogna fare i conti con il flash pop-up, che guarda caso è proprio in quella posizione.

Niente paura, perché la RX100 è dotata di una pratica e divertentissima ghiera personalizzabile intorno all'obiettivo che invoglia a impugnare la fotocamera come una NEX. In fase di scatto, niente di meglio che utilizzare questa ghiera frontale come zoom "fine", che si somma a quello più classico (e più rapido) concentrico al pulsante di scatto.

In fase di impostazione, la stessa ghiera può essere utilizzata, insieme al pulsante Fn posteriore, per impostare un numero personalizzabile (ed elevato) di parametri - compensazione, sensibilità ISO, AWB, Dynamic Range, effetti immagine, lettura esposimetrica, avanzamento...serve altro?!?

Aggiungendo la ghiera di selezione dei programmi superiori, il risultato è l'interfaccia probabilmente più efficace oggi disponibile su una compatta tascabile. Ghiere meccaniche sarebbero forse più immediate nell'uso, ma a quel punto la RX100 non starebbe più in tasca, quindi crediamo che, di nuovo, Sony abbia fatto una scelta ben equilibrata.

La fotocamera è reattiva e veloce nella messa a fuoco - siamo al livello di una mirrorless di categoria media. È zeppa di effetti speciali come ormai d'abitudine per i prodotti Sony, è ricca di funzioni evolute e, per tutti questi motivi, in definitiva, molto divertente da utilizzare. Solo la ghiera di comando frontale potrebbe essere più reattiva nell'attivare il comando, ma si tratta di inezie.

Sul campo ci si scontra subito, però, anche con due lati negativi piuttosto evidenti. Il primo è la ridotta escursione focale: con 100mm massimi, si può approcciare la foto di gruppo e il ritratto, ma non certo la fotografia sportiva. Sul fronte opposto, 28 mm rappresentano un onesto grandangolo, ma oggi c'è chi fa meglio - ecco dove anche Sony inizia a pagare per il sensore di elevate dimensioni.

Il secondo è dato dal fatto che la luminosità massima di f/1.8 è in effetti disponibile solo a 28mm equivalenti, ma basta muoversi di un'inezia per vedere calare l'apertura. A 35mm equivalenti, l'apertura massima è f/2.8, a 50mm è f/3.2, a 70mm si scende a f/4. E, quando ci si ritrova a scattare un ritratto con una focale nell'intorno dei 70mm e si scopre che sotto f/4 non si può andare, la sigla F1.8 impressa in bella mostra sul corpo obiettivo ha il sapore di beffa.

Concludiamo segnalando la curiosa funzione Auto Portrait Framing, che utilizza la rilevazione del volto per produrre close-up dei volti dei soggetti, ovviamente  con lo scopo di ottenere immagini più incisive. L'utente si ritrova in pratica, oltre alla foto originale con l'inquadratura da lui scelta, anche un ritaglio sul volto a piena risoluzione. A dispetto del nostro scetticismo, dobbiamo ammettere che la percentuale di "buoni interventi" della fotocamera è davvero molto alta.