Startup con Intelligenza Artificiale? Nel 40% dei casi è fuffa. Attira però più capitali

Un report sullo stato dell'Intelligenza Artificiale in Europa conferma che la maggior parte delle startup sfrutta questa tecnologia solo per l'hype.

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a cura di Dario D'Elia

L'intelligenza artificiale sta diventando un diffuso condimento per comunicati stampa, ma in realtà il 40% delle startup europee che ne cavalca l'onda non ne fa uso. Un'indagine di MMC Ventures in collaborazione con Barclays conferma che su 2830 startup classificate come specialiste dell'AI (Artificial Intelligence) solo 1580 hanno attività o progetti che riguardano questa tecnologia. L'indicare che sistemi informatici possono effettuare attività che normalmente richiederebbero l'intelligenza umana è non solo riduttivo ma errato: l'intelligenza artificiale è un'altra cosa.

"Abbiamo esaminato tutte le società, i loro materiali, i loro prodotti, il sito Web e i documenti dei prodotti", ha confidato a Forbes David Kelnar, responsabile della ricerca per MMC - che ha in gestione 400 milioni di dollari e un portafoglio di 34 società. "Nel 40% dei casi non è stato possibile trovare alcuna prova di AI".

E quindi perché viene attuata questa operazione di comunicazione errata? Semplice, c'è un boom in atto: secondo "The State of AI: Divergence 2019" possono attrarre tra il 15% e il 50% in più di investimenti rispetto ad altri ambiti. E non è solo una questione di bolla ma anche perché gli addetti ai lavori sanno che per lo sviluppo in questo segmento bisogna disporre di ingegneri altamente specializzati e quindi pagarli adeguatamente.

A volte non sono neanche le startup a definirsi così, ma lo fanno siti di analisti. E l'effetto collaterale è che si manda un messaggio errato a potenziali investitori e venture capital.

In verità, Kelnar sostiene che in molti casi le startup sanno di essere considerate in un modo errato ma sarebbe controproducente per gli affari una correzione. In fondo realtà come Pitchbook, Crunchbase, CB Insights e tanti altri sono la vetrina di riferimento per gli investitori.

Una buona notizia per l'Italia però c'è. Sebbene gli altri paesi europei vantino mediamente un numero di startup AI più alto le nostre nel 20% dei casi impiegano l'intelligenza artificiale come elemento centrale tecnologico diventando anche potenziali fornitori per altre realtà. Insomma diventano piccoli hub di riferimento. A differenza di quanto avviene nei paesi leader europei, come Regno Unito, Finlandia e Germania dove sono i centri di ricerca, università e incubatori a fare da hub per imprese e PMI innovative.

Già, a questo punto come definire quindi l'intelligenza artificiale? Sommariamente si potrebbe dire che è un termine generale che si riferisce all'hardware o al software che esibiscono un comportamento che sembra intelligente. Ma per un risposta più completa vi rimandiamo al nostro approfondimento: "Introduzione essenziale all'Intelligenza Aritificiale".