Startup Italiane di successo: Jaqard, il personal stylist

Jaqard è un'app realizzata da una startup italiana che mette a disposizione una comunità di personal stylist per avere consigli sui propri acquisti o outfit. Basta condividere uno scatto via smartphone.

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a cura di Dario D'Elia

"Startup Italiane di successo" questa settimana si occupa di Jaqard, un'app realizzata dalla startup omonima che consente di ottenere dalla comunità di stylist un consiglio su eventuali acquisti o outfit, semplicemente condividendo uno scatto via smarpthone. Intervistiamo il fondatore Mauro Longone.

Startup italiane di successo

La rubrica è completamente dedicata alle nuove realtà imprenditoriali emergenti, ovviamente legate al mondo della tecnologia e del digitale. Ogni settimana Tom's Hardware darà visibilità a una startup e il suo fondatore, nella speranza che altri giovani possano trarre ispirazione. E magari qualche business angel o venture capital si metta una mano sul cuore e un'altra al portafogli. Scrivetemi a dario.delia@tomshw.it.

Perché a 50 anni dalla morte di John Fitzgerald Kennedy c'è una frase del discorso del suo insediamento che è ancora carica valore e forza propulsiva. "Non chiedete che cosa il vostro paese può fare per voi, ma cosa voi potete fare per il vostro paese".

Pronti. Partenza. Via!


Presentati

Mauro Longone, 40 anni, Laurea in Ingegneria Gestionale all'Università di Padova. Insegnante di informatica, sia per realtà specifiche, sia in ambito scolastico vero e proprio come "prof" al liceo. Consulente in ambito ERP e programmazione produzione in ambito farmaceutico e per 3 anni nel settore moda, prima di re-inventarmi come startupper.

Dopo un primo tentativo di circa un anno e qualcosa con la precedente startup Style4Real, finalista e premiata nelle migliori manifestazioni italiane del settore, abbiamo affinato capacità e comprensione del mercato e siamo ripartiti con un progetto tutto nuovo, sempre all'intersezione fra fashion e digitale: Jaqard.

Il DevTeam di Jaqard


Presenta la tua startup

Jaqard è la prima fashion app che mette alla prova il tuo senso dello stile: rispondi alle domande fashion della community (ad es. "Con cosa posso abbinare le mie scarpe nuove?"), oppure proponi i tuoi dubbi e ricevi il consiglio dei migliori fashion lover. Il tutto in modo completamente visuale: per fare una domanda devi inviare una foto ad es. di un vestito, per rispondere proponi degli outfit andando a scegliere gli articoli più azzeccati su un catalogo integrato con migliaia di brand.

L'idea di fondo è quella di rendere più democratica l'esperienza del personal stylist. Solo le star possono permettersi un consulente d'immagine che le segua passo passo negli acquisti. Con Jaqard, tutti diventano stylist per gli altri, divertendosi a suggerire i migliori abbinamenti secondo il proprio personale estro e allo stesso tempo hai sempre a disposizione una community di altri amanti del fashion pronti a darti una dritta per i tuoi prossimi acquisti.

Jaqard

Vogliamo rendere il mondo un posto più stiloso per tutti, un outfit alla volta.

L'app è nata da un'esperienza comune: quante volte capita di comprare un vestito che poi non si mette mai perché non si trova l'abbinamento giusto? Perché non sfruttare il potere dei social per rispondere a questa ed altre domande fashion? Non esisteva nessuna app simile e abbiamo pensato di crearla. Il tassello ulteriore è stata l'integrazione con l'e-commerce, per cui ogni articolo suggerito è acquistabile online cliccando direttamente dall'app e l'idea che tutto dovesse essere molto semplice e completamente visuale. La moda è un'esperienza dell'occhio e poco si adatta a strutture verbali come i forum, con cui in qualche modo si cercava di scambiarsi consigli fino ad oggi.

L'app è stata in alfa stage da Ottobre 2013 a Febbraio 2014. Nonostante i limiti e bug iniziali, siamo subito riusciti a vincere un importante premio internazionale, l'App Circus online competition, a Gennaio ed a Febbraio siamo stati selezionati per i Mobile Premier Awards di Barcellona, unici italiani in un contesto totalmente internazionale. Pochi giorni prima, il 21 Febbraio, siamo partiti col lancio ufficiale, sull'App Store di Italia, USA, UK. Al momento l'app è solo per iPhone. Stiamo lavorando ad una versione fruibile anche dal Web per allargare la platea. Android seguirà dopo l'estate.


La più grande difficoltà che hai incontrato nello sviluppo del tuo progetto

Siamo nei primissimi mesi di avvio e la difficoltà maggiore è farsi conoscere, soprattutto in ambito internazionale. Il progetto parte, infatti, sin da subito con un'attitudine globale. Copriamo già USA e UK, in futuro altri paesi, a livello di catalogo. Abbiamo una marketing manager anglo-italiana che vive (tuttora) negli USA da anni. L'app è stata sviluppata completamente in inglese e solo ora stiamo iniziando a tradurla in italiano, per le prossime versioni!

Sull'ambiente italiano abbiamo già un network di contatti, guadagnati con l'esperienza di startup precedente. In più abbiamo coinvolto i ragazzi di Bobos, blogzine di fashion e design molto noto nel settore, che conoscevo di persona per i giri startupper della mia città, Verona.

Per gli States e UK stiamo ancora tarando bene come aggredire il mercato. Abbiamo già il 25% di utenza estera, ad ogni modo. Ma puntiamo a far crescere molto questa percentuale.


Un consiglio per tutti gli startupper

Mai perdersi d'animo! La storia di una startup è piena di alti e bassi. Un giorno ti sembra che tutto si allinei magicamente, l'altro nulla va come ti aspettavi. Bisogna avere sempre chiaro dove si vuole andare e mantenere i nervi saldi.


Un errore da non fare

Attenzione agli abbagli: bisogna guardare sempre con occhio critico e distaccato quel che si sta facendo. Il rischio è di innamorarsi dell'idea ed incaponirsi senza rendersi conto che, almeno così come la si era pensata, non funziona. Ci vuole dinamicità e continua capacità di adattamento, anche buttando via tutto o parte del lavoro che si è fatto fino a quel momento. 

L'app


Cosa cambiare in questo paese per favorire le startup

La burocrazia, in primis! Troppo complessa e per nulla a favore delle nuove imprese. Il sistema sembra tarato per scoraggiarle e per mantenere lo status quo. Poi il sistema startup italiano, dagli incubatori ai fondi venture, è troppo autarchicio e chiuso in modo autoreferenziale su sé stesso. Le startup tecnologiche devono essere internazionali per definizione, ma vedo pochi mentor, pochi fondi e persino pochi membri di startup con provenienza internazionale.


Tre motivi per continuare a fare impresa e credere nel Made in Italy

Suonerà banale, ma c'è molto spazio nei settori in cui il Made in Italy è sempre stato forte: moda, design, gastronomia e turismo. Sono ambiti che abbiamo nel DNA, ma allo stesso tempo poco visitati dall'innovazione, per il conservatorismo italiano. Unendo lo spirito innovativo da startupper alla sensibilità culturale che abbiamo, si potranno creare realtà molto interessanti. L'importante è crederci ed osare.


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